
Venezia. "Siamo comunque fiduciosi che ancora si possa dare un contributo di onestà alla triste e amarissima vicenda della morte di mio padre". Lo ha detto oggi a Venezia Fiammetta Borsellino, intervenendo nella sede del consiglio regionale del Veneto alla chiusura della mostra fotografica "L'eredità di Falcone e Borsellino" promossa dal Consiglio stesso in collaborazione con l'ANSA, il Miur e l'Associazione nazionale magistrati. Nel suo intervento, Borsellino non ha mancato di riportare "con amarezza quel senso di tradimento che la sua famiglia, in particolare sua madre, donna forte nella sua fragilità, ha sentito nei confronti di uno Stato nel quale aveva rimesso tutte le sue speranze". "Quel lavoro sacrosanto, onesto di ricerca della verità di questo barbaro eccidio che non è avvenuto perchè dopo 25 anni, nonostante le commemorazioni, i ricordi e tanta retorica - ha accusato - si parla soltanto di depistaggi, di gravissime anomalie che hanno caratterizzato le indagini e i processi su via d'Amelio". La figlia di Paolo Borsellino ha fatto riferimento, in particolare alla posizione del falso pentito Scarantino e all'attendibilità che gli investigatori all'epoca gli attribuirono. "Il signor La Barbera pare avesse lo stesso potere di influenza sui suoi colleghi - ha scandito parlando dell'ex capo della mobile di Palermo - che aveva Totò Riina nei confronti dei suoi sottoposti". Il Borsellino quater, ha aggiunto, "dominato da troppi non ricordo, reticenze e risposte evasive", si è concluso "con uno dei più grandi fallimenti della storia giudiziaria di questo Paese, cioè con un processo di revisione, di annullamento di nove condanne all'ergastolo”.
ANSA