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"Intimidazione propria delle organizzazioni mafiose", si legge nel provvedimento di fermo emesso dalla Procura di Roma. Portato nella caserma dei Carabinieri, Spada verrà trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove resterà in attesa dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip, previsto per sabato mattina

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di Vincenzo Bisbiglia

Roberto Spada è stato fermato nel pomeriggio nella sua abitazione dai carabinieri del nucleo investigativo e della compagnia di Ostia su disposizione dei pm Giovanni Musarò e Ilaria Calò in relazione all’aggressione del giornalista di Nemo Daniele Piervincenzi. L’ipotesi di reato: lesioni aggravate e violenza privata con l’aggravante di aver agito in un contesto mafioso, in base all’articolo 7 della legge 203/91. Fonti di ambienti giudiziari spiegano che l’aggravante mafiosa è stata contestata per due motivi: Spada era nel suo contesto giudicato “mafioso” da diverse sentenze e il giornalista gli poneva domande relative alla mafiosità dello stesso contesto. Nel provvedimento di fermo, i magistrati fanno menzione di una “altro soggetto non meglio identificato”, ora ricercato.

Il provvedimento parla di “aggravante del metodo mafioso consistito nell’ostentare in maniera evidente e provocatoria una condotta idonea ad esercitare sui soggetti passivi quella particolare coartazione è quella conseguente intimidazione propria delle organizzazioni mafiose“. Ancora: “Aggravante costituito da aver commesso il fatto in più persone riunite e con l’uso di una arma quale il manganello. Compiendo l’azione in luogo pubblico e ripreso da una telecamera, rivendicando il diritto di decidere chi poteva stazionare nella zona teatro dei fatti notoriamente frequentata da diversi soggetti appartenenti alla famiglia Spada”.

Portato nella caserma dei Carabinieri, Spada verrà trasferito nel carcere di Regina Coeli, a Roma, dove resterà in attesa dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip, che si svolgerà presumibilmente sabato mattina e durante il quale i pubblici ministeri chiederanno la convalida del fermo. “Il fermo è la dimostrazione che in Italia non esistono zone franche“, il commento del ministro dell’Interno Marco Minniti arrivato pochi minuti dopo la notizia del fermo.

Nel pomeriggio Casapound ha organizzato una conferenza stampa per dire la propria sul sostegno ricevuto da Roberto Spada su Facebook il 26 ottobre in occasione delle elezioni amministrative di Ostia del 5 novembre. Il vicepresidente Simone Di Stefano ha commentato le dichiarazioni di Virginia Raggi. “Noi non scendiamo a patti né con gli Spada, né con Casapound, né con chi ha rovinato questo territorio negli anni – ha detto al Fatto Quotidiano la sindaca di Roma – vorremmo che tutti fossero altrettanto chiari. Giorgia Meloni ritiri quanto ha detto: ma come fa ad accettare i voti di CasaPound? L’ha detto Roberto Spada: uno di quei voti a CasaPound è il suo. La destra esca dall’ambiguità“. “Questa affermazione ad effetto della sindaca Raggi che fa piangere i cuori è ridicola – ha affermato Di Stefano – nessun partito può dire di non volere un voto, il voto di Spada vale quanto il vostro e non lo dice il sottoscritto ma la Costituzione. Fa chic dirlo ma nel segreto dell’urna quei voti comunque arrivano. Noi non ci agganciamo a questo coro, alla criminalità ci deve pensare la magistratura. Dichiarazioni del genere sono aria fritta e roboante”.

I voti degli Spada valgono come tutti gli altri, quindi Di Stefano difende la funzione “sociale” del clan: “La palestra di Roberto Spada è l’unico presidio sociale a Nuova Ostia. Le persone che vogliono possono portare i loro bambini a fare delle attività anche a livello gratuito. Questo è il valore a Ostia, l’unica cosa aperta credetemi a Nuova Ostia. Voi andateci oggi e troverete tutti i bambini di nuova Ostia li a fare sport. Lo Stato lì si è manifestato soltanto cercando di chiudere quella serranda, se voleva fare qualcosa di più interessante poteva aprire qualcosa invece di chiudere”.

Gli inquirenti: “Azione plateale per farsi vedere” – Per gli inquirenti il pestaggio della troupe di Nemo è stata un’azione plateale messa in atto davanti a numerosi testimoni al fine di riaffermare la sua figura all’interno del suo territorio. Secondo quanto ricostruito, Spada in un primo momento aveva fatto entrare nella palestra il giornalista con cui aveva scambiato alcune parole. Poi la decisione di spostarsi verso l’ingresso e dopo pochi minuti la violenta testata sferrata davanti ad altre persone. Nell’allontanarsi dal luogo dell’aggressione, il giornalista non ha ricevuto alcun tipo di aiuto da parte dei testimoni che anzi hanno inveito verso di lui. Spada ha colpito, inoltre, l’operatore che era con Piervicenzi, Edoardo Anselmi, che è rimasto lievemente ferito subendo la rottura degli occhiali.

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