di Ass. Testimoni di giustizia
L'amarezza del testimone di giustizia Nino Miceli riporta a galla una questione da sempre evidenziata dalla stragrande maggioranza dei cittadini onesti che per avere denunciato le mafie vivono una condizione di esilio in località protetta e, più in generale, di grave solitudine. Non si tratta, come qualcuno potrebbe erroneamente pensare, di essere insignito della cittadinanza onoraria. Certo fa piacere ricevere questo importante riconoscimento ma dietro questa storia c'è un uomo che chiede di non essere dimenticato dai propri concittadini e dalle Istituzioni. Un uomo, Nino Miceli, che ha sacrificato la sua vita e quella dei propri familiari, non solo per tutelare la sua attività commerciale ma sopratutto per liberare la Sua terra dalla violenza mafiosa. Oggi invece assistiamo,per effetto perverso, che la denuncia diventa l'anticamera dell'oblio, un pozzo nero senza fondo dove i testimoni di giustizia sono dimenticati. La politica si dimentica del sacrificio di questi onesti commercianti e imprenditori, il movimento antimafia troppo preso dall'accaparrarsi soldi e finanziamenti pubblici litigano tra loro mostrando i muscoli cioè chi ha più accrediti presso le amministrazioni dello Stato e finiscono per svilire le ragioni stesse del loro impegno e per snobbare le vittime del sistema mafioso, colpevoli a loro dire di disincentivare la collaborazione con le Istituzioni solo per avere denunciato tutta la loro solitudine e insofferenza per la generale ipocrisia di questo Paese. L associazione nazionale TESTIMONI di giustizia e il suo presidente da piena solidarietà a nino Micheli e a tutti i testimoni italiani che dopo aver fatto solo il proprio dovere da cittadini liberi sono stati dimenticati ed abbandonati.
Cutrò: ''La politica dimentica i testimoni; solidarieta' a Miceli''
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