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Palermo. "Dobbiamo pretendere con forza la restituzione di una verita', non qualsiasi, non una mezza verita', ma quella utile a dare un nome e un cognome alle menti raffinatissime - le chiamava mio padre - che con le loro azioni e omissioni hanno voluto eliminare questi servitori dello Stato e impedire la ricostruzione dei fatti". A parlare e' una delle tre figlie di Paolo Borsellino, Fiammetta, forse per la prima volta in maniera pubblica dopo 25 anni. Lo fa da via D'Amelio, da dove Raiuno trasmette stasera l'orazione civile "Falcone e Borsellino.

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"Quelle menti raffinatissime - ha aggiunto - che hanno permesso il passare infruttuoso delle ore immediatamente successive alle esplosioni, ore decisive per acquisire le prove fondamentali". Questo "non puo' passare in secondo piano e lo stesso vale per le false piste investigative per le quali uomini hanno scontato anni di detenzione". Questa restituzione di verita' "deve essere anche per loro". La verita' "e' l'esatto opposto della menzogna e dobbiamo ogni giorno cercarla e pretenderla, non solo nei momenti commemorativi. Solo cosi' possiamo vivere in un Paese libero dal potere e dal ricatto mafiosi". Per Fiammetta "ricordare Giovanni, Francesca, mio padre e gli uomini delle scorte che li proteggevano, significa coltivare e nutrire la memoria, necessaria non solo per andare verso il futuro, ma anche per dire da che parte stiamo, perche' noi stiamo dalla loro parte, dalla parte della liberta', della verita' e della giustizia per le quali sono morti".

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