Il pm: l'imputato ha diritto a mentire, serve filtro critico
Roma. “Salvatore Buzzi è un caso di scuola di inattendibilità assoluta e radicale. E sotto il profilo della coerenza si rivela la sua totale inattendibilità. Nel diritto l’imputato ha diritto alla menzogna e proprio per questo – prosegue – quando lo si valuta bisogna farlo con filtro critico”. Lo ha detto il procuratore aggiunto Paolo Ielo soffermandosi sulla posizione di uno dei principali imputati del processo ‘mafia capitale’. “Insomma si potrebbe dire che c’è un Buzzi uno, quello delle intercettazioni, cui segue un due, un tre, un quattro delle vari dichiarazioni... ormai ho perso il conto – dice Ielo – Nel tempo ha dato ricostruzioni completamente diverse”. E quindi “messe da parte le intercettazioni la sua è una totale e parossistica inattendibilità”. Dove “Carminati, da dipendente della coop (come detto da Buzzi nelle dichiarazioni ai magistrati del marzo del 2015 ndr), diventa associato in partecipazione, e tutto per nessun lavoro in cambio, pur dividendo gli utili al 50 per cento – ha detto il magistrato – Buzzi inizialmente parla di investimenti di 500 mila euro non provenienti da Eur spa, poi dice il contrario; per quanto riguarda le minacce a Riccardo Mancini (ex ad di Eur spa) prima afferma di esserne stato a conoscenza pur non essendo presente, poi le nega. Così come nega di aver pagato Franco Panzironi (ex ad di Ama) per poi ammettere di aver pagato, prima di arrivare alla storia delle richieste continue di denaro da parte sua”. Rispetto a Massimo Carminati questo “ha cercato di raccontarla come pensava gli convenisse. La sua credibilità è pari a zero”. E anche la compagna di Buzzi, Alessandra Garrone spicca “per le troppe reticenze, per la illogicità delle sue dichiarazioni e per la sua complessiva e totale inattendibilità”.
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