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di Leandro Del Gaudio
Da quando vive negli Emirati Arabi, lì tra alberghi e ristoranti di gran lusso, non sembra badare a spese. Anzi, pare che abbia un tenore di vita particolarmente dispendioso, alla luce dei conti fatti in questi anni dalla Guardia di Finanza di Napoli: Raffaele Imperiale spende ogni mese 400mila euro, almeno secondo le stime tracciate fino a gennaio del 2016, quando scattarono arresti e sequestri di soci e capitali, ma da allora pare non abbia modificato di molto il suo tenore di vita. È sempre a capo di strutture societarie che gestiscono immobili, risulta intestatario di un patrimonio su cui la Procura di Napoli indaga ormai da anni, lui che ha legato il suo nome al ritrovamento dei due quadri di Van Gogh rubati anni fa ad Amsterdam.

Completamente ferma la procedura di rogatoria internazionale, Imperiale è un latitante d'oro e alla luce del sole. Il sole di Dubai, per la precisione, dove vive ormai da almeno quattro anni, da quando ha deciso di trasferire i suoi interessi da Olanda e Spagna agli Emirati. Inceppata la procedura per arrivare al suo arresto, non sono ferme le indagini sul suo conto. C'è la convinzione che le sue attività abbiano consentito di riciclare proventi dello spaccio di droga alle porte di Napoli: a cominciare dai circuiti dello smercio al dettaglio controllati degli Amato-Pagano, gli scissionisti del clan Di Lauro, per intenderci.

Verifiche recenti, tra i soci di Imperiale anche un «Abete», che potrebbe risultare legato all'omonima famiglia che per anni ha controllato parte del narcotraffico in zona Secondigliano e Scampia, ovviamente, gomito a gomito con gli stessi Amato-Pagano.

E non è la sola curiosità su cui la Procura sta indagando, nel tentativo di fare terra bruciata attorno alla figura di Imperiale. Indagini anche su una morte sospetta, un caso di suicidio (almeno all'apparenza) avvenuto un anno fa: parliamo di un socio spagnolo di Imperiale, che decise di togliersi la vita gettandosi nel vuoto in circostanze poco chiare. In che modo? Si gettò dal terzo piano di un grattacielo con centinaia di piani, in circostanze apparse quanto meno sospette fin dalle prime battute, anche se archiviate di getto dalle autorità locali.

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Tratto da: ilmattino.it

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