Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

L’ex Ministro Mancino ascoltato ancora una volta stamane a Palermo al processo “trattativa Stato mafia”, ripete ormai da sempre le stesse dichiarazioni in ogni processo dove viene chiamato in causa.
E così come già a Firenze davanti alla Corte ha ben ribadito il dato che a prendere decisioni sull’annullamento del 41 bis ai mafiosi in quel novembre 1993, a pochi mesi dalla strage di Via dei Georgofili, fu il Guardasigilli Conso in tutta autonomia e lui non ne sapeva nulla.
Ma ancora una volta non spiega nelle sue dichiarazioni spontanee, come mai la sera del 14 Maggio 1993 intono alle 23, a poche ore dalla strage di via Fauro, telefonando a Costanzo Maurizio ebbe a dire: è stata la mafia.
Se il 14 Maggio 1993 alle 23, due ore dopo l’attentato a Costanzo, si sapeva già a livello di Ministero dell’Interno che era stata “Cosa nostra”, come mai solo 13 giorni dopo in Via dei Georgoflli il Ministero dell’Interno non fu in grado di parare il massacro di 5 vite umane e 48 invalidi?
Davvero a questo punto, se non è ancora stato fatto, come sostiene e richiede l’ex ministro, bisognerà riunificare le procure in un lavoro congiunto, per capire se ha provocare l’attentato di via dei Georgofili fu: dabbenaggine, incuria o complicità non ancora scoperte.

Giovanna Maggiani Chelli
Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos