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Pm Tescaroli chiede acquisizione di atti su Carminati e Buzzi
Roma. Vecchie sentenze che comprovano un passato criminale in cui la forza di intimidazione, la minaccia e la violenza sono state la regola. Con questa motivazione la Procura di Roma ha chiesto ed ottenuto dal tribunale l'acquisizione, nel processo 'Mafia Capitale', di una serie di prove documentali inerenti l'ex esponente dei Nar Massimo Carminati e il cosiddetto 'ras' delle cooperative Salvatore Buzzi.
Nell'elenco proposto dal pm Luca Tescaroli si parte dalla decisione della Corte d'assise d'appello di Roma dell'aprile del 1986, diventata poi definitiva nell'aprile dell'anno dopo, emessa a carico di Carminati per due rapine compiute ai danni della Manhattan Bank e a un'agenzia del Banco di Roma, il cui bottino complessivo si aggirò attorno ai 150 milioni di lire.
Carminati, che scontò la pena, fu accusato anche di detenzione di armi, violenza privata, ricettazione, lesioni personali, con l'aggravante di aver agito ai fini di eversione dell'ordine democratico. Altre due sentenze (una di Milano e una di Roma) riguardano l'ex terrorista dell'estrema destra quando venne arrestato al valico di Gaggiolo e trovato in possesso di denaro e gioielli e per un'altra rapina in banca che aveva portato un bottino di 168 milioni di lire.
La Procura ha anche depositato la sentenza, divenuta definitiva nel 1987, che condannava Buzzi a 14 anni e 8 mesi di carcere per omicidio e calunnia, pena poi ridotta con un provvedimento di concessione di grazie nel giugno del 1994 e di riabilitazione nel marzo del 1998.
Tra le altre prove documentali c'è un verdetto di secondo grado emessa a Roma nel 1988, irrevocabile nel 1989, nei confronti di Riccardo Brugia, stretto collaboratore di Carminati, anche in questo caso per la partecipazione a una serie di rapine a istituti di credito e altri fatti minori.

askanews

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