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Centinaia di persone allo spettacolo per "3P" a Palermo
Palermo. "Padre Puglisi ci mostra un'idea del divino lontanissima da ogni integralismo e fanatismo. In questi tempi in cui si è affermata un'idea della fede come strumento di violenza, contrapposizione e oppressione, il suo pensiero appare oggi lungimirante e ogni tentativo di fare del divino un'arma impropria, che soggioga e opprime, è una forma di blasfemia inaccettabile per il credente e un'insensatezza per chi, come me, dubita". Così Moni Ovadia ha reso omaggio ieri, a tarda sera, a Palermo, a padre Pino Puglisi, in occasione della "Festa con 3P", la manifestazione organizzata sul sagrato della cattedrale dall'arcidiocesi di Palermo con l'amministrazione comunale, al termine della messa di commemorazione del beato, 23 anni dopo il suo omicidio. Insieme a Ovadia hanno reso omaggio a "3P" anche l'arcivescovo Corrado Lorefice, don Luigi Ciotti e decine di artisti che si sono esibiti gratuitamente. C'è il canto straziante di Rosa Balistreri, la "Trinacria maledetta dagli occhi senza più lacrime" del cunto di Salvo Piparo, c'è l'armonia dei Sei ottavi, la danza che ricorda i migranti naufragati a Lampedusa, i clown di corsia del movimento "Viviamo in positivo", i tanti scout e volontari tra centinaia di cittadini che hanno affollato il piano della cattedrale, mentre le frasi più significative del beato scorrono su un maxischermo. "Non possiamo dimenticare la sua passione educativa e il suo coraggio - ha detto don Ciotti - era un prete che la mafia voleva cacciare in sacrestia, non si chinò davanti a nessuno". Lorefice ha poi ricordato il cambiamento intervenuto in uomini come Spatuzza e Grigoli "frutto del sorriso di don Puglisi" ai suoi assassini. "Quando si vive accanto a un uomo così - ha aggiunto Lorefice - cambia lo stile di vita di ciascuno, cambiano il quartiere e la città". "Bisogna partire dai più fragili - ha poi detto l'arcivescovo, che ha ricordato una Palermo "dove ancora si può morire per un litigio, dove c'è chi dorme nelle macchine, non ha lavoro, non ha accesso alla cultura e ai fabbisogni elementari". "Grazie a questa serata abbiamo conosciuto la sofferenza e la complessità di vivere amore e libertà - ha detto in chiusura il sindaco Orlando - accogliamo l'invito di don Corrado a cambiare”.

ANSA

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