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falcone fun dallachiesa c letizia battagliadi Antonio Mannu
A Sassari al Palazzo della Frumentaria una mostra delle foto di Letizia Battaglia «Spero che il mio lavoro possa alimentare ancora una speranza di rivoluzione»

SASSARI. «Letizia Battaglia per me è tra gli eroi della fotografia contemporanea. Non solo ha un grande occhio, ha anche un gran cuore. Il suo lavoro di documentazione su Palermo, di denuncia della Mafia e delle sue atrocità, è una delle maggiori imprese fotografiche dei nostri tempi». Sono parole che il regista tedesco Wim Wenders, appassionato fotografo, dedica alla grande autrice siciliana. Nel suo film “Palermo Shooting”, i cui protagonisti sono la fotografia, la morte e Finn, fotografo tedesco di successo, Letizia Battaglia impersona se stessa. Durante un incontro su una terrazza Finn, che dopo un incontro ravvicinato con la Morte ha lasciato Dusseldorf, e la sua vita frenetica e disordinata, per planare su Palermo, parla con la fotografa. Che dice: «Fotografo Palermo. La vita, la morte». “Tu fotografi la morte?», chiede Finn. «Sì», risponde Letizia Battaglia. «Tanti morti a Palermo». «Perché lo fai?». «Per onorarli, per ricordarli, perché non si perdano nella memoria».

Dal 3 giugno, e sino al 19 di questo mese, è possibile vedere, a Sassari, una selezione del grande lavoro documentario realizzato da Letizia Battaglia sulla sua città e sulla sua isola. Il Palazzo della Frumentaria, in via delle Muraglie 1, ospita ora la mostra “Fotografie”, 40 immagini che ripropongono, in una cruda sequenza, foto di morti, funerali, processi, arresti, umanità, povertà e degrado. L’appuntamento sassarese è il secondo in terra sarda per le immagini della grande fotografa siciliana, esposte per la prima volta in assoluto, qui in Sardegna, nel settembre 2015 a Palau, per il festival Isole che Parlano. Una seconda occasione attesa a lungo, come ha scritto Battaglia in un messaggio indirizzato agli organizzatori: «Finalmente le mie fotografie sono esposte a Sassari. Abbiamo aspettato tanto, ho aspettato tanto lasciando, per quasi un anno, le mie foto nelle vostre mani, proprio in attesa di questo evento. Sono commossa ed onorata di condividere ancora una volta in terra di Sardegna, a me tanto cara, il risultato del mio lavoro. La mia vita è nelle mie fotografie, la mia accorata ricerca della bellezza del cambiamento, del rifiuto della brutalità e della ingiustizia sono lì davanti ai vostri occhi, in queste immagini. Le fotografie possono traghettare una domanda di solidarietà, un messaggio di speranza rivoluzionaria? Forse. Io voglio crederci».

Sono, le sue, fotografie che colpiscono e feriscono, sia per la vicinanza in termini temporali che di costume, fotografie in cui la povertà e la brutalità fanno da sfondo, e il bianco e nero accentua situazioni già fortemente drammatiche. Non bastano alcune immagini meno dolorose ad alleggerire il racconto che, forse, come sostiene la stessa fotografa, è quello di una sconfitta. «Guardando l'Italia di oggi, guardando il mondo oggi, le mie sono le fotografie di una sconfitta». Ma dove esiste e resiste la memoria forse non c’è vera e definitiva sconfitta. Vogliamo crederci.

Tra le immagini che compongono la mostra anche quella dell’assassinio dell’allora presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, con il fratello, attuale presidente della Repubblica, intento a estrarre il corpo dall’auto pochi minuti dopo l’esecuzione; i boss mafiosi Liggio e Bagarella in manette; Falcone ai funerali di Dalla Chiesa; il giudice Scarpinato sotto scorta; donne che piangono di disperazione sui luoghi dei delitti; la madre di Peppino Impastato che mostra, fiera e addolorata, il ritratto del figlio. Ancora dal messaggio inviato in occasione dell'inaugurazione: «Non posso essere con voi tutti, non mi sento benissimo, ma sto pensando con commozione a voi che siete lì, circondati dal racconto di una storia, spesso triste, che mi appartiene».

Letizia Battaglia è stata la prima donna europea a vincere, nel 1985 ed ex aequo con la statunitense Donna Ferrato, il prestigioso W. Eugene Smith Grant. Nel 1999 le è stato assegnato il Mother Johnson Achievement for Life, nel 2007 il premio Dr. Erich Salomon, nel 2009 il Cornell Capa Infinity Award. Quest’anno Palermo, dove i suoi lavori sono stati esibiti raramente, per il suo 81°compleanno le ha tributato un imponente omaggio, con la pubblicazione di un volume dal titolo “Anthologia”, una grande mostra ai cantieri Culturali della Zisa e uno spettacolo al teatro Massimo. Nata a Palermo nel 1935 comincia la sua carriera giornalistica nel ‘69, curando la cronaca cittadina palermitana per il giornale L’Ora. Nel ’71 si trasferisce a Milano dove comincia, quasi casualmente, ad occuparsi anche di fotografia. In breve tempo il mezzo fotografico diventa il suo preferito strumento di espressione: «È grazie alla fotografia, che ho incontrato a metà della vita, che sono cresciuta». Nel 1974 L’Ora le chiede di tornare nell’isola e da allora, fino alle stragi del ’92, documenta la guerra di mafia a Palermo e in Sicilia.

La mostra sassarese è organizzata da Ogros - Fotografi associati, con il contributo dell’assessorato alla Cultura del Comune di Sassari e la collaborazione delle associazioni Sarditudine e Inner Wheel Sassari Castello e della Vitivinicola Francesco Fiori. La mostra fa parte della rassegna espositiva
“Figuras”, una proposta sostenuta dalla Fondazione di Sardegna. Sarà aperta al pubblico dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20, sino al 19 giugno. Per visite guidate a gruppi e scolaresche accompagnate dai docenti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 345-8873748 e 339-1459168

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In foto: il giudice Giovanni Falcone al funerale del Generale Dalla Chiesa © Letizia Battaglia

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