Roma. I narcotrafficanti bruciano la foresta del Guatemala per poterne fare delle piste di atterraggio abusive per gli aerei che trasportano cocaina diretta negli Stati Uniti. Incendi che hanno finora bruciato un'area grande due volte l'isola di Manhattan.
La direttrice regionale del Consiglio nazionale delle aree protette, Alma Polanco: "Il narcotraffico è ormai inserito nelle profondità della biosfera Maya. Questi rancher della droga, nella loro avidità di controllare sempre più territorio, non si preoccupano di dare fuoco alle foreste o corrompere la povera gente".
"Il problema degli incendi forestali ha raggiunto un'alta incidenza in tutte le aree protette, in particolare nella biosfera maya", aggiunge il direttore della Wildlife Conservation Society, Luis Romero.
Il vice-presidente del Guatemala Jafeth Cabrera rilancia lo stato d'emergenza: "In una seduta straordinaria il governo ha chiesto al Congresso di dichiarare lo stato d'emergenza per rendere possibile l'appoggio internazionale da parte di Messico e Stati Uniti, pronti a venire a spegnere gli incendi".
Il paese dell'America centrale ha dichiarato lo stato d'emergenza di fronte agli incendi che hanno devastato il suo confine settentrionale con il Messico e il Belize, territorio prediletto dai narcotrafficanti. La regione di Peten include la Riserva della Biosfera Maya e tesori archeologici come l'antica città di Tikal, patrimonio dell'Unesco. Dei 12.000 ettari bruciati in Guatemala, 3/4 sono stati bruciati proprio a Peten. I potenti cartelli della droga messicani sono penetrati con forza in Guatemala negli ultimi anni.
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