di Giuliano Girlando
Aspettando il 5 novembre, che è la data fissata per la prima udienza all'aula bunker del carcere di Rebibbia a Roma, in questo momento assistiamo a quelli che potrebbero essere definiti come i messaggi in codice di qualcuno destinati ad altri. Massimo Carminati (in foto), il nero, parla dentro il carcere di Parma e vengono intercettate ovviamente le sue dichiarazioni. Carminati è a colloquio con la compagna Alessia Marini, il figlio Andrea Carminati e la sorella Micaela, così "er Cecato" comincia a parlare delle sue vicende processuali: “…nasconderanno quello. Questa Mafia Capitale è nata per nascondere altre cose. La cosa che mi fa vomitare è l'associazione mafiosa, mi avessero dato banda armata va bene... ma l'associazione”. Dei giornali e della stampa Carminati poi commenta in questo modo, parlando di “La Repubblica" dice: “Guardano in faccia solo alcune persone, preferisco ‘Il Fatto Quotidiano’ che non guarda in faccia a nessuno (...) Io al processo chiamo tutti a testimoniare”. Un'altra conversazione carpita dal carcere è quella del 19 marzo scorso: Carminati parlando con un altro detenuto gli spiega: “Quando avevo 16 anni andavo in giro armato di pistola, quando poi i miei amici sono tutti morti ammazzati, io mi sono specializzato in quello che loro dicono e mi accusano, ma non hanno capito che gli piscio in testa se voglio”. E mentre Carminati lancia messaggi da un'altra parte dell'Italia o meglio da un altro carcere, quello di Nuoro, Salvatore Buzzi sembra subire pesanti minacce. Chissà se per colpa di quel “pentimento” annunciato ai pm o forse anche di quella lettera che il detenuto Salvatore Buzzi ha scritto a Papa Francesco, che per lui sono iniziati i guai nel carcere e sono arrivate le minacce. C'è stato un cambio immediato di reparto e cella, contro di lui urla dei detenuti, minacce pesanti, impossibilità di condividere l'ora d'aria, e chissà che altro.E così il 2 luglio Buzzi va dal comandante di reparto dell'istituto per spiegargli che temeva per la sua incolumità. Ma c'è dell'altro intorno alle minacce di Buzzi? Problemi di pentitismo? Spettacolo? Fatto sta che ora preferisce l'isolamento e teme per la sua vita, ora che il nero Carminati ha iniziato dopo un primo silenzio a lanciare messaggi in codice, lo stesso Massimo Carminati che dice “Mafia Capitale è iniziata per coprire altro”. Certo che per arrivare all'altro possiamo solo sperare che la procura di Roma e il pool che lavora sotto Pignatone e Prestipino decidano di scavare a fondo e nelle periferie di quella che considerare ormai come solo “capitale” è superficiale. Le domande sono molte e anche i silenzi di certa “antimafia istituzionale” che su Mafia Capitale non dice nulla. Perchè? E perchè si avanzano dubbi sull'operato di certe procure laziali di periferie? E perchè uno come Luigi De Ficchy ex procuratore capo di Tivoli, ora a Perugia ma ancora prima membro influente della Dna dice una cosa del tipo “Mafia Capitale, c'è sempre stata, io l'ho scritto e detto.” Già, ma chi doveva indagare allora?
Mafia Capitale: i messaggi cifrati di Carminati, le minacce a Buzzi e i silenzi istituzionali
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