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macri-vincenzoIl rappresentante del Csm, Aldo Morgioni. “La situazione nelle Marche non è tra le peggiori in Italia - ha sottolineato -,  ma ci sono specificità su cui è necessario fare attenzione”
24 gennaio 2015
Ancona. Carenza di magistrati e di personale amministrativo “solo in parte attenuata dalla revisione delle circoscrizioni giudiziarie”. Lo ha spiegato il presidente della Corte d’appello di Ancona, Carmelo Marino. La fotografia della giustizia marchigiana è stata scattata stamattina in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. L'impegno degli uffici giudiziari marchigiani (-20% di pendenze penali in Corte d'appello; solo 16% di cause civili ultratriennali al tribunale di Ancona) non basta a far decollare la giustizia, a fronte di «problemi di natura strutturale e ordinamentale rimasti insoluti». Il procuratore generale Vincenzo Macrì (foto) ha parlato di “organici tradizionalmente sottodimensionati”.

Tra i casi più eclatanti: -72% di giudici a Fermo (da gennaio sono in servizio due giudici onorari), -50% ad Urbino. Questioni di cui ha preso atto e per cui si è impegnato il rappresentante del Csm, Aldo Morgioni. “La situazione nelle Marche non è tra le peggiori in Italia – ha sottolineato -,  ma ci sono specificità su cui è necessario fare attenzione”. Marino ha lamentato anche criticità per gli spazi a Palazzo di giustizia con aule d'udienza “inadeguate a contenere le parti dei processi e i loro difensori”. E ha ricordato come il Comune di Ancona non abbia ancora assunto l'impegno di spesa per affittare l'immobile che dovrà  ospitare l'archivio del tribunale.

Organici a parte, a preoccupare sono anche «segnali di un prossimo e più corposo coinvolgimento in fenomeni mafiosi» già infiltrati in regioni confinanti. L’allarme è stato lanciato dal procuratore generale Macrì, preoccupano casi di danneggiamenti ed estorsioni ad attività  commerciali sul litorale sud della regione, per poterle rilevare con intimidazioni e violenze. Le pendenze civili e penali rimangono stabili anche per gravi carenze d'organico tra personale e giudici, in particolare a Fermo dove, insieme a Macerata, si sono verificati più reati di competenza della Dda. In crescita omicidi (+25%), corruzione (+125%), estorsioni (+19%) e usura (115%). Rimane alto il numero dei fallimenti (811).

Associazioni criminali tra cui la 'ndrangheta, si sono infiltrate in Emilia-Romagna, Umbria e Abruzzo, dopo essere scese dalla Lombardia e dal nord Italia, e costituiscono un 'anello' attorno alle Marche, Regione nella quale ci sono segnali di un prossimo coinvolgimento. Le forze dell'ordine e la magistratura sono impegnate nel debellare queste infiltrazioni. “Non dobbiamo abbassare la guardia restare sempre vigili - ha aggiunto il procuratore - poiché episodi estorsivi sono stati attenzionati e vagliati dagli investigatori, anche nella provincia di Ancona e in località rivierasche”.

twitter@raffaelevitali

Tratto da: laprovinciadifermo.com

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