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di AMDuemila - 18 dicembre 2014
Venezia. Una operazione a sorpresa dei Ros e del comando locale dei carabinieri che ha svolto una quarantina di perquisizioni nelle quali è coinvolta l'Isola del Tronchetto (Venezia). Nel mirino degli investigatori, secondo quanto si è appreso, oltre una decina di persone per l'ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa. Indagati operatori del trasporto pubblico e privato nonché imprenditori del settore. Tutto ruoterebbe attorno alla presenza per alcuni anni a Mestre, con obbligo di dimora, di Vito Galatolo (oggi collaboratore di giustizia) figlio di Vincenzo Galatolo condannato all'ergastolo per l'omicidio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa e coinvolto nel fallito attentato all'Addaura contro il giudice Falcone. Vito è finito in carcere il 23 giugno scorso per vicende legate a fatti estorsivi, secondo una delle ipotesi su cui stanno lavorando gli investigatori, potrebbe aver approfittato della sua presenza a Venezia per mettere in piedi una rete di riciclaggio di denaro, sfruttando proprio l'area di smistamento del Tronchetto che ogni giorno vede transitare migliaia di persone. Durante il suo soggiorno veneziano, Vito è risultato essere entrato in contatto con operatori del servizio dei trasporti privati operanti proprio al Tronchetto. Per una società di uno di essi, Otello Novello, anzi, Vito Galatolo avrebbe anche lavorato come mozzo in un motoscafo. Novello è stato perquisito all'alba, a lui farebbero riferimento due società di trasporto turistico in laguna con grandi lance. Solo una minima parte delle persone controllate dai Ros sarebbero comunque locali; la maggior parte di quelle entrate nell'inchiesta sarebbe infatti originaria della Sicilia. Tutte considerate molto vicine ai Galatolo. L'Isola del Tronchetto, nata come terminal turistico ed appendice in laguna di Piazzale Roma, il punto d'arrivo a Venezia via terra, da sempre è stata oggetto di desiderio della malavita. Proprio delle settimane scorse è la sentenza della corte d'appello per una inchiesta sul malaffare al Tronchetto che non aveva però riconosciuto l'aggravante dell'associazione per delinquere. Per l'ex assessore Gianfranco Bettin, quella di oggi è un'operazione "di eccezionale importanza e conferma il fondato rischio di una presenza malavitosa di altissimo livello e di un'alleanza tra delinquenti locali e Cosa Nostra".

Fonte ANSA

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