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premio-paolo-borsellino-2014-quadratoLe voci dei protagonisti del Premio Borsellino 2014
25 ottobre 2014
Un documento del comandante generale dell'Arma dei carabinieri Antonio Viesti - agli atti del processo di Palermo sulla trattativa Stato-mafia -, indirizzato al Servizio segreto militare il 20 giugno '92, segnalava che dopo Falcone (ucciso il 23 maggio a Capaci) l'obiettivo della mafia sarebbe stato il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Borsellino, che "correrebbe seri pericoli - si legge nel documento pubblicato oggi dal Corriere della Sera - per la sua incolumita' a causa delle ultime inchieste sulla mafia trapanese". La nota ribadisce che anche i politici siciliani Salvo Ando' (Psi) e Calogero Mannino (Dc) correvano rischi, come era stato segnalato gia' dopo l'omicidio di Salvo Lima avvenuto il 12 marzo '92. L'appunto indica anche come possibili vittime della mafia due carabinieri in servizio a Palermo: il capitano Umberto Sinico e il maresciallo Carmelo Canale, che lavorava con Borsellino. Viesti scriveva che le finalita' della mafia erano quelle di "indurre un clima di grave intimidazione nei confronti di politici, per flemmitizzare l'impegno contro la criminalita' ed eliminare fisicamente alcuni inquirenti evidenziatisi nella recente, proficua attivita' di repressione".

I pm della Trattativa Stato-Mafia, Tartaglia e Del Bene
'Noi a Palermo lo sappiamo bene come si fa la lotta alla mafia, cosi' come la facevano Falcone e Borsellino. La lotta si fa da innamorati della verita', quella cosa che ci sostiene nei momenti piu' difficili''. Lo ha detto oggi al Premio Borsellino il giovane pm della Trattativa Stato-Mafia Roberto Tartaglia, che martedi' 28 sara' al Quirinale per ascoltare il Capo dello Stato assieme al collega Del Bene. ''E tutti gli innamorati della verita' sanno che, come lo stesso Borsellino diceva, la battaglia e' culturale e un Premio come questo a lui dedicato serve ad alimentare la cultura della Memoria'', ha concluso Tartaglia

"E' un momento difficilissimo, questo processo non e' voluto da tutti, specie dai rappresentanti dello Stato". Lo ha detto al premio Borsellino il Pm di Palermo Francesco Del Bene, pubblica accusa del processo sulla trattativa chiarendo poi come il termine 'Stato' si riferisse ad esponenti della politica nel senso generale della parola, e nello specifico a nessuna carica istituzionale dello stato. 

Il sindaco di Corleone: non ho paura di morire
Intervento commosso quasi tra le lacrime del sindaco di Corleone, Lea Savona, che, all'atto di ricevere il premio Borsellino si e' rivolto a quei mafiosi autori dell'attentato incendiario di qualche giorno fa a Corleone e dal palco li ha apostrofati con "a costo della mia vita che sara' sempre per la difesa della liberta degli onesti corleonesi vi dico che non mi intimorirete. Vi dico - ha insistito il sindaco Savona - che diro' no a qualunque potere oscuro politico o mafioso".

''Non ho paura di morire. Vale la pena per le mie idee. Lo dico proprio nel nome di Falcone e Borsellino''. Lo ha ripetuto piu' volte oggi il sindaco di Corleone (Palermo) Lea Savona al Premio Borsellino. ''Non ho figli, la mia e' una scelta di vita, anche se mio padre continua a dirmi che i poteri forti prima o poi mi annienteranno. Ma io, a differenza di quelle generazioni, non ho un 'pensiero mafioso' dentro di me'', ha chiuso il sindaco.

Il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini
"Andremo ad ascoltare, andremo nei luoghi dove si combatte la mafia, spenderemo tutte le energie perche' non si puo' capire senza ascoltare. Andremo nei luoghi dove lavorano Tartaglia e Del Bene e dove ci sono tanti sindaci eroici". E' quanto ha detto il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, che con il suo intervento ha concluso la cerimonia del premio Borsellino. 

Legnini ha citato i due pm della trattativa Stato-Mafia presenti al Premio Borsellino a Pescara, Tartaglia e Del Bene. "Non sara' quindi - ha proseguito Legnini - un Csm autoreferenziale, anche perche' ci aspettano delle operazioni tra le piu' complesse come il rinnovo di moltissimi uffici direttivi, dove ridisegneremo la mappa dei responsabili". Legnini ha spiegato che questa apertura e' frutto della presa di coscienza che "non si percepisce la mole di lavoro che viene svolto a Palazzo dei Marescialli"

La mafie cambiano pelle, si insinuano sempre di piu' nell'economia reale, quindi proprio per questo ''se riuscissimo a sottrarre quel 10% di risorse alla criminalita' organizzata, daremmo una bella mano a salvare il paese''. Lo ha dichiarato apertamente Giovanni Legnini, vicepresidente Csm, durante il suo intervento al Premio Borsellino. ''Sono adeguati gli strumenti che abbiamo? Chiediamocelo, la quei soldi coincidono con la possibilita' di salvare il paese sempre di piu''', ha insistito.

Il maresciallo Andrea Marino
"Per me che sono siciliano essere qui e' un'emozione inspiegabile, e' un momento di straordinario orgoglio". Ha detto cosi' il maresciallo dei carabinieri Andrea Marino poco prima di ricevere il Premio Borsellino a Pescara. Marino e' il maresciallo comandante della stazione dei carabinieri di Oppido Mamertina che ha abbandonato e denunciato la contestata processione con l'inchino ai boss di Oppido la scorsa estate. Alla domanda se fosse cosi' 'straordinario' fare il proprio dovere di carabiniere in terra di Calabria, il maresciallo Marino ha guardato un attimo nel vuoto e poi con un'aria quasi stupita ha risposto "ma che domanda mi fa?", ha chiuso sorridendo. 

Il sindaco di Casal di Principe
Tra i premiati del Premio Borsellino anche lo storico sindaco anticorruzione di Casal di Principe, Renato Natale, il quale ha ritirato il premio spiegando che per lui "Borsellino e' uno di quegli eroi mitici come Achille o Garibaldi. Essere qui per me e' emozionante ma e' anche il riconoscimento che anche a Casal di Principe puo' rinascere la primavera". Natale, eletto primo cittadino con delle liste civiche, 64 anni, medico, e' da sempre considerato uno dei simboli della lotta alla Camorra in Campania. "A Casale - ha proseguito - grazie all'opera dei magistrati c'e' stata nell'ultimo ventennio una notevole opera di bonifica dalla Camorra: nonostante le nostre difficolta' il clima e' meno oppressivo, la Camorra non e' sparita ma l'atmosfera e' piu' vivibile. C'e' a Casal di Principe un effettivo desiderio di rinascita".

notiziedabruzzo.it

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