di AMDuemila - 22 luglio 2014
Palermo. "Se la riforma della giustizia dovesse passare così come appare al momento, il processo penale non otterrà alcun vantaggio da questa riforma. Anzi. Il giudice che sarà chiamato a dover valutare le prove del pubblico ministero per emettere una misura cautelare ci penserà forse cento volte prima di emetterla". A dichiararlo è stato il sostituto procuratore della Dda di Palermo Francesco Del Bene a Klauscondicio.
"Se dovesse temere - ha poi proseguito - che lo stesso soggetto che un giorno verrà arrestato potrebbe denunciarlo, questo fatto potrebbe costituire un freno. Bisogna rendersi conto della forza di condizionamento che potrebbe esserci sotto questo punto di vista. La responsabilità civile, se dovesse diventare legge, può essere un'arma in più che il membro del clan si può giocare. Se in una indagine si dovessero ipoteticamente arrestare i parenti di Matteo Messina Denaro, è possibile che questi soggetti si rivoltino contro e che ricorrano a questa norma". Del Bene, rispondendo alla domanda se questa norma potrebbe, anche involontariamente, aiutare i clan mafiosi, ha risposto: "Certo. Questa forma di responsabilità potrebbe essere più consona in altri tipi di reati, come per esempio la Pubblica Amministrazione, mentre per i reati di mafia si tratta di soggetti che hanno condotte chiare ed evidenti, spesso già condannati" parlando anche della pubblica amministrazione al cui interno "si tratta in genere di colletti bianchi che alle volte vengono arrestati a seguito della norma di legge per i quali un simile provvedimento può essere giustificato".
Fonte ANSA
Foto © Giorgio Barbagallo