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bongiovannidi AMDuemila - 18 luglio 2014
“La mafia non ha perso, è forte, soprattutto la mafia dei colletti bianchi, sebbene alcuni intellettuali famosi e conosciuti, storici e giuristi hanno detto e scritto che la mafia non ha vinto” a dirlo è stato il direttore di AntimafiaDuemila Giorgio Bongiovanni, all'atrio della Facoltà di Giurisprudenza dove è in corso la conferenza "Un Paese senza verità" organizzata in ricordo dell'uccisione di Paolo Borsellino e degli agenti di scorta.  “Il processo sulla trattativa Stato-mafia è molto importante - ha continuato Bongiovanni - pochi giorni fa i capi superiori della magistratura sono stati ascoltati, hanno detto non mi ricordo, non ho capito”. Il direttore della rivista ha voluto evidenziare però che sebbene la mafia non abbia perso: “Noi dobbiamo andare avanti, pian piano ci stiamo avvicinando alla verità.”

Ha quindi evidenziato che diventa fondamentale prendere coscienza che: “Ci sono giudici e giudici, quelli che rischiano la vita e quelli che non ricordano i fatti, ci sono magistrati in prima linea che cercano di arrivare alla verità – ha continuato - quando loro attaccano e superano i livelli gli arrivano minacce dei mafiosi, c'è un livello più alto di potere che permette l'esistenza della mafia”. Però Bongiovanni ha sottolineato che “ Ci sono anche giudici che non la vogliono fare la lotta alla mafia e che sono assecondati al potere politico” “Altrimenti – ha spiegato il direttore di Antimafiaduemila- non si spiega perchè la storia si ripeta. Falcone e Borsellino infatti erano ostacolati dai loro colleghi, Falcone è stato bocciato dai giudici e lo stesso Paolo disse che il Csm ha più colpe di tutti”.

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