Dura reazione di 200 carcerati legati alla 'ndrangheta: «Cosa preghiamo a fare se Bergoglio ci scomunica?»
6 luglio 2014
Gli 'ndranghetisti rinchiusi nel carcere di Larino (Campobasso) non vogliono più partecipare alla messa della domenica.
Dopo le parole pronunciate da papa Francesco in Calabria («Coloro che nella loro vita hanno questa strada di male, i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati»), in tanti hanno protestato con il cappellano del penitenziario don Marco Colonna e annunciato che non avrebbero partecipato più alle funzioni in cappella.
E lo sciopero della messa è andato avanti per giorni, almeno fino a domenica 6 luglio.
La notizia è stata riferita a Radio Vaticana da monsignor Giancarlo Bregantini.
«È una cosa sorprendente che conferma quanto il papa parlando, incida nelle coscienze», ha commenato l'arcivescovo di Campobasso secondo cui la Sezione di alta sicurezza del carcere di Larino, quasi 200 persone, si è messa in ribellione.
«Se siamo scomunicati», avrebbero detto i detenuti, secondo quanto ha riferito il sacerdote, «a messa non vale la pena andarci».
«Ne hanno parlato col cappellano. Quest'ultimo questa mattina (il 6 luglio, ndr)», ha riferito ancora Giancarlo Bregantini, «ha invitato il vescovo al carcere per parlare e spiegare il senso dell'intervento del papa. Questo dimostra come non sia vero che dire certe cose, sia clericalismo. In realtà le parole del papa, come quelle della Chiesa e di Gesù Cristo, hanno sempre una valenza etica che diventa poi sempre culturale ed economica, quindi con grandi riflessi politici».
Larino, i detenuti rifiutano la messa
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