9 giugno 2014
Roma. ''In questo momento io sono l'anello debole del sistema del processo sulla trattativa. Credo che sia compito della magistratura e dello Stato difendere anche il peggior criminale, se è in pericolo di vita, a prescindere dai fatti e gli errori commessi dal soggetto da tutelare''. Lo ha detto Massimo Ciancimino, testimone di giustizia e imputato nel processo sulla trattativa Stato-mafia, in un'intervista a Sky Tg24 HD, in onda stasera nell'edizione delle 21. ''Sapevo -ha proseguito- che il mio racconto sarebbe dovuto andare avanti e non fermarsi al ruolo di un capitano e un colonnello dei carabinieri, che era mio dovere andare avanti. Ma quando tocchi certi fili, quando incominci ad attaccare certi poteri, le inchieste e le attenzioni su di te non mancano''. ''Ciò non toglie -ha sottolineato Ciancimino- che io ho commesso delle grandi leggerezze e dei grandi errori, che hanno favorito chi voleva una mia delegittimazione giudiziaria''.
''Le verità devono essere accertate in fase dibattimentale. Non scordiamoci che io non accuso nessuno, racconto fatti'', ha detto ancora Ciancimino a Sky Tg24 HD. ''Se il fatto che il generale Mori non abbia arrestato Provenzano non costituisce reato, a me non cambia niente, io ho solo raccontato un fatto. Se trattare non è reato mi sta benissimo. Io non ho raccontato un fatto con la volontà di perseguire qualche cosa. Forse -ha spiegato- avevo l'esigenza di raggiungere accordi: ho convinto mio padre proprio per fare catturare Riina e mettere Provenzano, per far finire in quel momento le stragi. Ovviamente De Gennaro neanche ricorda di sapere di aver mai sentito parlare di trattativa''. In conclusione un accenno all'omicidio dell'ereditiera Helene Pastor. ''Ho certezza -ha detto Ciacimino- del fatto che i grandi patrimoni mafiosi sono dietro a grandi nomi della finanza, a livello europeo. Bisognerebbe andare a bussare a quello che è stato l'ultimo omicidio in Costa Azzurra: la famiglia Pastor''. ''Prima -ha raccontato il testimone di giustizia e imputato nel processo sulla trattativa Stato-mafia- è stato ammazzato l'autista poi è stata ammazzata lei Helene Pastor. Cosa c'è dietro? Quali interessi? Chi realmente copriva questa famiglia che oggi detiene due terzi del Principato di Monaco? Sono fatti che danno da pensare -ha concluso Ciancimino- e ti fanno paura da raccontare''.
Adnkronos