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di Salvo Toscano - 19 Maggio 2014
Comizio a Gela del governatore. Parole di fuoco contro il giurista, che oggi incontrerà gli elettori a Palermo. Clima da resa dei conti nel Pd.
Palermo. Tensione alle stelle nel Partito democratico. E tutti gli occhi sono puntati sul teatro palermitano in cui oggi pomeriggio Giovanni Fiandaca incontrerà gli elettori. Sul giurista palermitano sono piovuti infatti gli strali del presidente della Regione Rosario Crocetta, un'escalation arrivata a punte drammatiche in occasione di un incontro elettorale a sostegno di Michela Stancheris sabato al teatro Eschilo di Gela. Su quel palco, davanti al pubblico di casa, Crocetta ha attaccato a testa bassa i suoi avversari interni del Pd e in particolare il candidato Giovanni Fiandaca, “quel Fiandaca che è il negazionista della trattativa Stato-Mafia e che vuole l'abolizione del 416 bis. E per coprire questa vergogna si mette il nome di Chinnici. Ma vergognatevi, piuttosto, vergognatevi!”, ha gridato tra gli applausi il governatore, infervorato.

Il video della performance oratoria di Crocetta si può consultare su youtube. E tra gli alti papaveri del Pd siciliano pare stia spopolando in queste ore. Ed è un assalto all'arma bianca contro i suoi compagni di partito, in particolare contro l'area con la quale si è consumata nelle scorse settimane la rottura sulla nascita del nuovo governo. Nel calderone finisce tutto, anche l'arresto di Francantonio Genovese. A proposito del quale il presidente tuona: “Ma vi rendete conto che questo nostro partito non ha preso nessun provvedimento disciplinare e le uniche persone che volevano espellere erano Nelli, Lumia e io. E sapete chi è che ha chiesto la nostra espulsione? Mirello Crisafulli. Chi sostiene Chinnici e Fiandaca? Mirello Crisafulli”.


La sfida interna al partito per le elezioni europee assume contorni esiziali nell'oratoria di Crocetta. Che attacca ancora: “Io quando ho detto che la Chinnici non si doveva candidare gliel'ho detto. Tu che rappresenti quel nome non ti fai sostenere da un gruppo che sostiene che la trattativa Stato-mafia, quella che ha determinato le grandi vittime, non sia mai esistita. Questo Fiandaca è tutto un pelo e un peliddu. È troppo crudele il 41 bis, poi il reato di concorso esterno è incomprensibile, il reato di 416 bis che reato è? Ovviamene negando tutta la storia della lotta alla mafia. Negando l'intuizione di Pio La Torre. Questo partito non può candidare nelle proprie liste chi vuole offuscare la battaglia e il successo di Pio La Torre”.

Guerra totale, insomma. E lo stesso Crocetta lo ribadisce: “Gliele canteremo in questi giorni. Fin qui abbiamo sopportato. Ci divide un'idea sociale di cambiamento, di lotta alla mafia, ritenendo che il sistema di potere siciliano sia in gran parte, e in parte anche nel nostro partito, intriso di un sistema di potere antico che ha distrutto la Sicilia”.

Parole pesantissime, che danno l'idea del clima interno al partito e di come le elezioni del 25 maggio siano sentite almeno da una parte di esso come una resa dei conti interna, tra l'ala governativa e quella dei cuperliani. E oggi alle 17 al cinema Rouge et Noir di Palermo toccherà a Giovanni Fiandaca, per un incontro elettorale che promette scintille. Con buona pace degli sforzi di Matteo Renzi di promuovere l'immagine di un partito coeso in questa difficile campagna elettorale.

livesicilia.it

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