13 maggio 2014
Ministro per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno nel settimo governo Andreotti, nel 1991 venne accusato dal pentito Rosario Spatola di aver stretto accordi con la mafia in cambio di voti. Nel mirino del collaboratore di giustizia c’era il funzionario del Sisde Bruno Contrada, da lui accusato di aver avuto rapporti con il boss Rosario Riccobono e con vari politici, tra cui appunto Mannino.
Alcune settimane prima di morire, il giudice Borsellino stava indagando sul “Corvo 2”, un manoscritto anonimo che conteneva informazioni su alcuni presunti accordi stabiliti dal ministro Mannino con il boss mafioso Totò Riina. Mannino ha affermato di essersi confrontato telefonicamente con il giudice il giovedì prima che morisse e che questi gli aveva detto che Corvo 2 “aveva origini singolari e indicava fatti palesemente falsi”.
Nel ’95 Antonio Subranni dichiarò di aver avuto numerosi incontri con Mannino, in cui avevano parlato delle accuse rivolte all’ex ministro da Spatola. Secondo le dichiarazioni di Subranni, Mannino si sarebbe rivolto ai ROS dei carabinieri affinché fosse dimostrata l’infondatezza delle accuse che gli aveva rivolto il pentito.
Nelle elezioni del 2008 viene eletto alla Camera dei deputati nelle liste dell’UDC. È stato accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e attentato a corpo politico dello Stato.
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