A Ordona l’ultima discarica abusiva: 500 mila tonnellate di spazzatura che confermano le accuse di un pentito
di Giuliano Foschini - 24 aprile 2014
Non «guardateci dentro», dovrebbero scrivere sotto il cartello Puglia ai confini di questa regione. Perché nella terra in cui nasce «la giustizia», come diceva Giuseppe di Vittorio, nella stessa «terra amara dove cresce il tabacco» raccontava più a sud Remo Bodini, ecco quella Puglia lì, da Nord a Sud, da Foggia a Leuca, ha un’anima che puzza. Dicono che non bisogna chiamarla «terra dei fuochi». Chiamiamola allora «terra degli zombie», perché più si scava e più si scopre che la Puglia è piena zeppa di quei mostri seppelliti trent’anni fa. E che oggi rischiano di diventare letali.
Gli zombie sono quell’immondizia, quegli scarti, quei rifiuti seppelliti come un tesoro dalla criminalità organizzata negli anni Settanta, Ottanta e Novanta e che oggi cominciano a riaffiorare dalla terra ogni volta che una pala meccanica addenta, scava o solleva. E così quella che prima era una leggenda metropolitana - «chissà cosa hanno messo sotto terra negli anni scorsi» - oggi è diventata cronaca. Scavano a Conversano e trovano rifiuti sotto Conversano. Scavano a Leuca, e trovano immondizia sotto Leuca. Si addentella terra mista a monnezza ad Alessano, Tiggiano, Mola di Bari, non sono state risparmiate viti e ulivi, hanno seppellito sotto la costa e nel pieno del Sub Appennino dauno. «Ormai lo sappiamo» racconta un carabiniere del Noe, uno appunto di questi cacciatori di zombie, «però quello che ho visto ieri io non l’avevo mai visto».
Ieri è successo che alle nove del mattino insieme con i suoi colleghi è andato a Ordona, pieno Tavoliere, in una vecchia cava abbandonata. Cercavano vecchi rifiuti urbani che appunto venti-trent’anni fa, invece di finire in discarica, probabilmente erano stati seppelliti sotto terra. E invece le ruspe hanno puntato e... «ha presente Gomorra?» - l’immagine di Gomorra si usa spesso ormai in Italia quando si parla di rifiuti ma in questa occasione il paragone sembra particolarmente azzeccato, quella scena delle gru guidate dai bambini in fondo alla cava che incominciano a scavare sotto gli ordini di un Servillo straordinariamente ispirato, che cominciano appunto a scavare quello che non sanno che in fondo diventerà anche il loro cimitero - «ecco, ha presente Gomorra? La scena è stata la stessa».
Effettivamente le fotografie, i video che hanno girato ieri mattina gli stessi Noe fanno impressione perché l’escavatore tira fuori dalla terra e rifiuti come fossero coriandoli, «e - spiegano sempre i carabinieri - sono rifiuti di tutti i tipi, anche ospedalieri, speciali e pericolosi. Avevano ragione le signore». Chi sono le signore? «Proprio negli ultimi giorni spiega il comandante provinciale di Foggia, Antonio Basilicata - da Ordona abbiamo ricevuto segnalazioni inerenti il propagarsi di cattivi odori in tutta la cittadina e, sull'argomento, abbiamo registrato anche una protesta di un movimento costituito da mamme».
Probabilmente si stima sono state seppellite complessivamente circa 500mila tonnellate di rifiuti e quello che rende la vicenda ancora più inquietante e che nulla è stato per caso. Il blitz rientra nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia che l’11 aprile scorso ha portato in carcere quattordici persone tra amministratori, soci e autotrasportatori. Secondo quanto accertato, i comuni erano prodotti in una serie di comuni delle province di Salerno e Caserta e soltanto fittiziamente venivano smaltiti in una discarica di Bisaccia, in provincia di Avellino. In realtà quasi tutta quell’immondizia - hanno raccontato alcuni pentiti e hanno confermato anche le intercettazioni telefoniche - veniva seppellita nella cava di Ordona. Cinquecentomila tonnellate in tutto, appunto. Oltre ad altre dodicimila tonnellate liquide che sono sparse per tutta la Regione. «Temiamo però di essere soltanto all’inizio» dicono gli investigatori.
E il riferimento non è soltanto alla provincia di Foggia. A Bari la storia di Domenico Lestingi è così letteraria da rischiare di non sembrare vera. Ma era verissima tutta quell’immondizia che ha tirato fuori con l’escavatore una mattina del marzo di due anni fa. Stanco di vedere cadere nel nulla le sue denunce, si è messo alla guida della pala meccanica e ha cominciato a sollevare la terra dove lui stesso anni fa - in qualità di dipendente della discarica gestita dalla Lombardi ecologia - aveva interrato illegalmente. Da quel gesto è nata un’inchiesta della procura di Bari che contesta tra le altre cose ai gestori del sito il disastro ambientale e testimonia come nel corso degli anni si sia nascosta immondizia sotto ai campi coltivati.
Zombie stanno spuntando ovunque anche nel Salento. I pentiti hanno raccontato che lì sono stati sversati rifiuti e rifiuti nel corso degli anni. Le indagini geotermiche, con i rilevamenti dall’alto dei Carabinieri, lo hanno in parte confermato. Ma la prova regina è arrivata in queste settimane quando hanno cominciato a costruire una nuova strada, la statale 275 che dovrebbe servire a rendere più facile la circolazione nel Sud Salento. Parte della bretella che deve essere realizzata passa da un ex cava di tufo. Ma appena gli operai hanno cominciato a fare i primi sondaggi per capire come muoversi, quando sono arrivati nella zona di Alessano, ecco la sorpresa: tonnellate e tonnellate di rifiuti affioravano come fanno i pesci rossi nelle brocche, quando gli butti il mangime. Sono probabilmente, dicono i vecchi, scarti della produzione calzaturiera che negli anni ottanta ha fatto ricca la zona. E che oggi, verosimilmente, hanno infettato terra e acqua.
Anche in questo caso si tratterebbe però soltanto di un piccolo pezzo di un cimitero di rifiuti molto più vasto. Dopo le dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone - che aveva individuato il Salento come una delle zone nelle quali la Camorra per anni avrebbe seppellito i rifiuti - il procuratore capo Cataldo Motta e l’aggiunto Ennio Cillo avevano aperto un fascicolo d’indagine. Hanno così organizzato un pool investigativo interforze, che – grazie a delle sofisticate tecnologie montate su aerei e radar– sta cercando di individuare la zona esatta (le dichiarazioni d Schiavone sono infatti frammentate e poco precise) in cui concentrare gli scavi. Certo è che si cerca nel basso Salento, proprio nella zona della 275, la nuova terra degli zombie.
Tratto da: La Repubblica-Bari del 24 aprile 2014
L’Antimafia scopre una montagna di rifiuti: “I veleni della camorra”
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