15 aprile 2014
"Il report - commenta Vito Lo Monaco, presidente del Centro - conferma i segnali forti e chiari di allarme e consapevolezza sociale da parte dei giovani che una classe dirigente attenta dovrebbe accogliere. Dovrebbe far riflettere la constatazione della maggioranza degli intervistati che ritiene che la corruzione è la causa principale dell'espansione del fenomeno mafioso nelle regioni centrosettentrionali, non legata dunque all'emigrazione o all'infiltrazione della criminalità dalle regioni originarie. L'altra causa - conclude Lo Monaco - per la quasi totalità degli intervistati (il 95%) è da attribuire interamente alla responsabilità della classe politica e alla cosiddetta area grigia''. Per l'82% dei ragazzi intervistati la mafia incide abbastanza o molto sull'economia del proprio territorio, così la ricerca del lavoro si presenta come un calvario (per il 73% la mafia rappresenterà un ostacolo alla costruzione del proprio futuro). Ed allora, quasi l'80% di loro invoca l'adozione di effettivi criteri meritocratici, ritenendo che i ''raccomandati'' siano in genere persone non valide. Le categorie che ottengono il maggior grado di fiducia sono gli insegnanti, seguiti da forze dell'ordine, magistrati, parroci. Fanalino di coda sono i politici locali e ancor più nazionali.
Adnkronos
palermo.repubblica.it
Mafia: indagine tra studenti, solo per l'11,73% Stato piu' forte, sfiducia verso politici
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