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25 settembre 2013
Genova. Definitivamente confiscati dalla Cassazione i beni sequestrati, per circa due milioni di euro, dalla Direzione Investigativa Antimafia di Genova ad Antonino Loiacono, indiziato di appartenere all'organizzazione mafiosa Cosa Nostra, operante in Caltanissetta e in alcune zone dell'Italia nord-occidentale, fra cui Genova. A distanza di quattro anni da quando il Centro Operativo Dia genovese aveva sottoposto a sequestro i beni riconducibili a Loaicono e ai componenti del suo nucleo familiare, il 9 luglio scorso la Corte Suprema di Cassazione - II Sezione Penale, confermando integralmente il provvedimento di confisca dei beni emesso dalla Corte di Appello di Caltanissetta, e dichiarando inammissibili i ricorsi presentati, ha posto la parola fine all'intera vicenda, dichiarando la confisca di tutto il patrimonio riconducibile all'indiziato e ai suoi congiunti. Quindi il centro Dia di Genova nei giorni scorsi ha dato esecuzione al decreto, sottoponendo a confisca numerosi beni mobili e immobili. Antonino Loiacono, residente a Genova dai primi anni Ottanta, è stato considerato elemento di spicco della famiglia Madonia, operante nella provincia nissena ma anche nel Nord Italia e nel 2003 era stato condannato complessivamente a 20 anni di reclusione per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Tra i beni confiscati, vi sono conti correnti bancari e postali, abitazioni, terreni, negozi e magazzini, nelle province di Genova e Alessandria e una società di asfaltatura strade, con relativi beni strumentali, operante a Genova e assegnataria di numerosi appalti in alcuni Comuni dell'Alta Valpolcevera. Nel comune nisseno, Loiacono divideva la proprietà di un grosso fabbricato con il capomafia Giuseppe Madonia, la cui parte era stata già sequestrata e confiscata con analogo provvedimento antimafia.

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