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avesani-massimiliano-webLegato a Pannunzi, citato da Saviano
di Marco De Risi - 6 luglio 2013
Roma. Un criminale potente, imprendibile, con agganci esclusivi nel malaffare internazionale che gli hanno valso il soprannome di ”Principe”. L’uomo misterioso e tetro degli inconfessabili collegamenti strategici con le mafie.
Referente della ’ndrangheta ma anche emissario del crimine organizzato romano legato a doppio filo con la sanguinaria Banda della Magliana. Citato anche in un libro di Roberto Saviano. Era sparito Massimiliano Avesani, 52 anni, prova vivente della fusione fra cosche per affari da milioni di euro attraverso motonavi cariche di tonnellate di cocaina. Legato a doppio filo con il super boss calabrese Roberto Pannunzi, considerato Il ”Pablo Escobar Italiano”, con agganci esclusivi nel cartello di Medellin, ancora latitante, fuggito in modo clamoroso tre anni fa dalla clinica romana Villa Sandra, a Villa Bonelli. Anche Avesani, due anni fa, incredibilmente, si era dissolto dalla sua abitazione alla Romanina proprio quando era arrivata la condanna definitiva a quindici anni di reclusione per traffico internazionale di droga. Sparito nel nulla, scomparso.

L'operazione della Mobile
Fino a mercoledì mattina quando gli uomini della squadra mobile di Renato Cortese hanno interrotto la sua latitanza in un anonimo appartamento in via Mouriac, al Laurentino. Il boss romano, sicuro di riuscire a tenere nascosta la sua identità, ai poliziotti ha fornito una patente intestata a un incensurato, Giovanni Battista. Una volta portato negli uffici di via San Vitale è stato stato smascherato. ”Il Principe” è citato nel libro di Roberto Saviano ”Zero zero zero” proprio insieme al boss Roberto Pannunzi, ecco riportato un passo del libro: «I boss della n'drangheta sono ancora più furiosi: ritengono il siciliano corresponsabile del pasticcio che minaccia di mandare all'aria l'enorme operazione e dal quale in più hanno dovuto tirar fuori a suon di milioni di dollari. A questo punto i siciliani vengono estromessi. Fuori Cosa Nostra. A prendere la situazione in mano ora è il solo Pannunzi, che decide che sarà la Spagna ad accogliere il carico. Non è un problema: anche li ha i suoi agganci e li ha Massimiliano Avesani, chiamato il Principe. Il Principe è un ricco romano legato a Pannunzi e alle n'drine calabresi. Da diversi anni è rispettato proprietario di un cantiere navale a Malaga. Pannunzi ha capito che le polizie di mezzo mondo cercano di seguire il percorso. Ma stavolta i calabresi e i loro complici non commettono errori, usano un linguaggio altamente criptico e cambiano di frequente i numeri di telefono. Gli inquirenti perdono ogni traccia. Il 15 ottobre 2002 la nave arriva in Spagna e il viaggio travagliato della coca termina nelle mani sicure di Avesani».

ilmessaggero.it

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