di Rossella Guadagnini - 9 Maggio 2013
“Io oso tutto ciò che può essere adatto ad un uomo; chi osa di più, non è un uomo”. Shakespeare, Macbeth
Lunedì 6 maggio alle 9,30 nella chiesa di Santa Luisa di Marillac, a Palermo, si sono tenuti i funerali di Agnese Piraino Leto, vedova di Paolo Borsellino, magistrato ucciso nel 1992. Le esequie si sono svolte nello stesso luogo in cui 21 anni prima erano state celebrate quelle del marito. Della scomparsa ha dato notizia su Facebook il fratello del magistrato, Salvatore. ”E’ morta Agnese – ha scritto in un post – E’ andata a raggiungere Paolo. Adesso saprà la verità sulla sua morte”. Alla famiglia Borsellino è giunto il messaggio di cordoglio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al suo secondo mandato: “Ho appreso con grande commozione e tristezza la notizia della scomparsa di Agnese Borsellino, degna e ammirevole consorte del grande magistrato divenuto, con il suo sacrificio, simbolo sempre vivo della lotta contro la mafia”.
Il giorno dei funerali di Agnese Borsellino è mancato intorno all’ora di pranzo, nella sua abitazione romana all’età di 94 anni, Giulio Andreotti, 7 volte premier, 33 volte ministro, da 13 anni senatore a vita. Con la sua scomparsa si riduce a tre il numero dei senatori a vita: Emilio Colombo, Carlo Azeglio Ciampi e Mario Monti. Ora c’è chi, con l’obiettivo della pacificazione nazionale – il grande sonno – ha proposto, tra altri nomi, quello di Silvio Berlusconi, da vent’anni al potere in Italia, dunque degno successore di Andreotti. Come lui brama il Quirinale, come lui ha un braccio destro legato alla mafia. Nel pomeriggio del giorno dei funerali di Agnese Borsellino e della morte di Giulio Andreotti, anche detto Belzebù, un altro signore di 94 anni, dalla sua villa di Castiglion Fibocchi vicino ad Arezzo, commenta: “Chi è uomo i segreti se li porta dietro”. È l’ex Venerabile capo della P2, Licio Gelli, anche detto Belfagor. Belzebù se ne è andato e ha lasciato solo Belfagor, sopravvissuto perfino a se stesso. Un altro che i segreti se li porterà tutti dietro. “È stato capo di Stato – dice ancora di Andreotti – e un capo di Stato deve tenere i segreti che gli vengono affidati”.
Possiamo immaginare che queste persone siano andate nello stesso luogo? E se là, tra le ombre, infine si incontrassero, cosa potrebbero dirsi? Potrebbero parlare di verità, di accuse e menzogne? Il giudice, la vedova, il politico ci passano davanti vorticosamente come figure dei tarocchi. Sono gli spettri del Paese, di una grande tragedia sociale e umana che tutti conosciamo: chi ne è travolto e chi no, chi ne è divorato e chi è indifferente. Ma possibile che l’ipocrisia in Italia abbia raggiunto livelli tali che sono in grado di dire ciò che pensano per davvero solo i parenti delle vittime delle stragi, i giudici dei processi, un vecchio massone, qualche giornalista e qualche associazione politica? “Stelle, nascondete i vostri fuochi! Non permettete alla luce di illuminare i miei oscuri e profondi desideri”, scrive Shakespeare in Macbeth.
Rossella Guadagnini (MicroMega, 8 maggio 2013)
Tratto da: www.19luglio1992.com