16 aprile 2013
Imperia. Si è conclusa con l'arresto di quattro persone, ritenute vicine al boss della mafia, Matteo Messina Denaro, un'attività di indagine del Nucleo di Polizia Tributaria di Imperia. Le misure cautelari, di cui una in carcere, sono state eseguite stamani. I quattro sono accusati di aver 'svuotato' una serie di società che erano state, di volta in volta, opportunamente costituite e di aver turbato una gara di appalto indetta dal Comune di Pieve di Teco, nell'imperiese.
Le indagini hanno riguardato una serie di società tutte operanti nel settore edilizio, nelle quali, secondo gli investigatori, il sodalizio aveva cointeressenze. Le Fiamme Gialle hanno infatti accertato l'occultamento di risorse finanziarie da una società fallita, per un ammontare pari a circa 1.180.000 euro, mediante prelievi ingiustificati dai conti correnti bancari societari e la distrazione di beni strumentali per complessivi 118.000 euro, a favore di una delle società riconducibile allo stesso sodalizio criminale e prossima al fallimento. Il modus operandi consisteva nello 'spogliare' progressivamente le loro società, facendo migrare gli 'asset' (trasferimento mezzi d'opera, passaggio dei dipendenti, continuazione di lavori in appalto e via dicendo) verso nuove compagini via via create, riconducibili a 'teste di legno', ma di fatto direttamente amministrate. Ecco così fioccare numerose nomine risultate fittizie, tutte di breve durata, di amministratore unico di una delle società, con l'unica finalità, sempre secondo l'accusa, di ovviare ai previsti controlli antimafia della Prefettura, e consentire la partecipazione a gare di appalto pubbliche, facendo ricorso ad 'anomali' ribassi d'asta, anche superiori al 40 per cento, giustificati dalla presentazione di preventivi di comodo redatti da imprese controllate e riconducibili al medesimo sodalizio.
AGI