3 aprile 2013
Roma. La Direzione Investigativa Antimafia sta eseguendo la più cospicua confisca di beni mai effettuata in Italia, che colpisce al cuore l'aria grigia di Cosa Nostra. I beni confiscati ammontano ad oltre un miliardo e trecento milioni di euro. Annunci Google Impianto Fotovoltaico. Risparmia il 70%.Preventivi Gratis. Il fotovoltaico ai prezzi migliori! Preventivi-Impianto-Fotovoltaico.it Corsi OSS nella tua Città Diventa Operatore Socio Sanitario per lavorare nel Settore Sanitario. Corsi-OSS.Istituto-Cortivo.com L'operazione di mega-confisca, che, oltre la Sicilia, sta interessando Lombardia, Lazio e Calabria, colpisce i beni formalmente riconducibili al 're' dell'eolico, l'imprenditore Vito Nicastri, 57 anni di Alcamo (Trapani). Per la Dia si tratta di una confisca senza precedenti nei confronti di un'unica persona, proprietaria di 43 società nel settore dell'eolico e del fotovoltaico. Secondo le indagini condotte dalla Dia di Palermo, guidata dal colonnello Giuseppe D'Agata, Nicastri sarebbe stato vicino a Cosa nostra, in particolare al boss latitante Matteo Messina Denaro nel trapanese e a Salvatore e Sandro Lo Piccolo, entrambi in carcere, nel palermitano. Nicastri, spiega una nota della Direzione Investigativa Antimafia, ''è stato coinvolto in numerose vicende, anche di natura penale, unitamente a qualificati esponenti mafiosi, relazionandosi con soggetti organici a 'Cosa Nostra'. La sua contiguità, consapevole e costante, agli interessi dell'associazione mafiosa, che ha favorito la trasformazione del Nicastri da semplice elettricista a ''sviluppatore'', figura imprenditoriale tipicamente italiana, connessa allo sfruttamento dell'energia da fonte eolica, facendogli assumere una posizione leader a livello nazionale nello specifico settore, lo fanno ritenere prestanome del noto latitante Matteo Messina Denaro''.
Adnkronos