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31 marzo 2012
L'attore teatrale e consigliere regionale di Sel al suo arrivo nell'aula della Prima sezione della Corte d'assise è stato accolto da urla provenienti dalla gabbia dove Carlo Cosco attendeva la sentenza
Milano
- «Scrivi perché sei un cornuto e un infame». Nuove minacce all'attore teatrale e consigliere regionale di Sel Giulio Cavalli. Nessuna lettera anonima, nessuna busta con proiettili, stavolta l'intimidazione arriva dalla viva voce dei Cosco, i fratelli calabresi condannati ieri all'ergastolo per l'omicidio della ex collaboratrice di giustizia Lea Garofalo. Cavalli al suo arrivo nell'aula della Prima sezione della Corte d'assise insieme al presidente del comitato antimafia dei «saggi» del Comune, Nando Dalla Chiesa, è stato accolto da frasi e urla provenienti dalla gabbia dove Carlo Cosco (ex compagno di Lea) attendeva la lettura della sentenza: «Perché scrivi sui libri che siamo mafiosi?», la domanda insistente di Cosco. Alla quale hanno fatto seguito le parole di uno dei fratelli, come lui imputati d'omicidio: «Scrivi perché sei un cornuto e un infame». A quel punto, anche su consiglio della sua scorta che lo segue da diversi anni a causa delle minacce ricevute, l'attore e scrittore (è uscito in questi giorni nelle librerie «L'innocenza di Giulio», sul caso Andreotti) è stato fatto allontanare, mentre i carabinieri hanno rafforzato la loro presenza intorno alle gabbie del Tribunale. Le frasi e le minacce sono tuttavia durate per molti minuti. Curiosamente Carlo Cosco è stato il solo a «riconoscere» Giulio Cavalli mentre i suoi parenti hanno osservato da lontano la scena quasi senza comprendere l'accaduto. Dopo la lettura del dispositivo della sentenza Cavalli è stato fatto uscire dall'aula senza passare di fronte alle gabbie. Sull'episodio è stata stilata una relazione all'autorità giudiziaria dai carabinieri. Mentre nel pomeriggio il consigliere di Sel dovrebbe sporgere denuncia.

Redazione Milano online


Da tutta la redazione di Antimafia Duemila la piena solidarietà a Giulio Cavalli nell’auspicio che questa grave minaccia sia presa in seria considerazione dagli organi preposti alla sua tutela.

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