"Non bisogna mai smettere di pretendere verità e giustizia. Il caso di Pantani è infatti una profonda ingiustizia, nei confronti dell'uomo e dello sportivo. La sua figura è stata massacrata. Una persona perbene che è stata annientata e distrutta per la sua fragilità. Ecco perché abbiamo deciso di riprendere il filone d'inchiesta anche se non abbiamo potuto arrivare fino in fondo per lo scioglimento anticipato delle camere. Con Giovanni Endrizzi e Luca Migliorino abbiamo cercato di approfondire gli aspetti della vicenda, costellata di molteplici punti oscuri, lavorando in sinergia con la magistratura. La verità non è stata ancora scritta". Così a LaPresse la deputata Stefania Ascari del Movimento 5 Stelle, componente della Commissione parlamentare antimafia che ha redatto a prima firma di Giovanni Endrizzi un lungo e articolato rapporto sulle "risultanze relative alla morte dello sportivo Marco Pantani e eventuali elementi connessi alla criminalità organizzata che ne determinarono la squalifica nel 1999". Atti e testimonianze, anche inedite nonostante tre indagini giudiziarie condotte nel tempo, che hanno indotto la procura di Trento ad aprire un fascicolo, per ora senza indagati, per "associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista". Quindici le persone informate sui fatti già ascoltate dalla pm Patrizia Foiera, titolare dell'inchiesta. 

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