L'uomo che caricò l'autobomba di Via Palestro, a Milano, ora lavora in un istituto religioso
Dopo Franco Bonura, Michele Micalizzi, Gaetano Savoca, Giuseppe Fidanzati e Vito Roberto Palazzolo, anche Giovanni Formoso è uscito dal carcere. A dare la notizia è stata Repubblica. Si tratta del primo boss stragista, mai pentito, condannato all'ergastolo per aver caricato l’autobomba che il 27 luglio 1993 fece cinque morti a Milano, in Via Palestro. È uomo fedele dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano - i registi delle stragi del '93 -, e anche lui ora varca la soglia del carcere di Napoli Secondigliano. È in semilibertà e lavora presso un istituto religioso che si occupa di bambini a rischio. Formoso cura la manutenzione di tutta la struttura. Stando a quanto scrive Repubblica, un volontario dell'associazione descrive il boss come una persona "discreta e garbata". Oltre a Formoso, anche Paolo Alfano torna in permesso premio da Bologna. Ergastolano anche lui, veniva definito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino come "uno dei killer più fidati e spietati della famiglia di corso dei Mille". Ma per il tribunale di sorveglianza si tratta di un detenuto modello, almeno sulla carta. C'è preoccupazione tra le stanze della procura antimafia di Palermo, diretta da Maurizio de Lucia. Fiumi di droga invadono le vie e i vicoli della città. Le famiglie provano a riorganizzare una leadership dentro Cosa nostra. E l'equilibrio tra i volti storici e i nuovi rampolli è cosa seria. Dal 2019, anche i mafiosi possono accedere ai permessi premio, "pure in assenza di collaborazione con la giustizia", ha precisato la Corte costituzionale. Eppure, sottolinea Repubblica, appare evidente un cortocircuito nel sistema delle comunicazioni fra tribunali di sorveglianza e procure antimafia. "Queste ultime, talvolta, non vengono consultate e informate".
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