L'editorialista de Il Fatto Quotidiano in difesa di Di Matteo e de Raho
Questa mattina sulle colonne de Il Fatto Quotidiano l'ex giudice di Cassazione Antonio Esposito (in foto) ha commentato le "sparate" che il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, ha fatto nei suoi attacchi diretti contro il sostituto procuratore nazionale antimafia Nino Di Matteo e dell'ex Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho (attuale deputato del Movimento cinque Stelle). Un intervento con cui ha sottolineato il grave difetto giuridico della sentenza sulla trattativa Stato-mafia.
Un articolo che qui vi proponiamo nella sua interezza.
Le sparate di Gasparri&C. anti-de Raho e Di Matteo
Di Antonio Esposito*
L’ex magistrato e già procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho (attuale deputato 5 Stelle), che si è sempre battuto con coraggio e determinazione contro la criminalità organizzata, dapprima disarticolando (egli e non altri che pure se ne sono indebitamente attribuiti i meriti), il “clan dei casalesi”, poi infliggendo come procuratore capo di Reggio Calabria duri colpi alla ’Ndrangheta, è oggetto da diversi giorni della “macchina del fango” così cara ai (falsi) garantisti di centrodestra e ai sottoposti giornali specializzati nell’applicarla contro i magistrati: in particolare quelli che hanno dato prova di assoluta indipendenza.
Si sono distinti in questi violenti attacchi il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri e il quotidiano Il Tempo (diretto dall’ex direttore de L’Espresso) che hanno infondatamente accusato de Raho di essere addirittura, come ex Pna, il mandante del finanziere in forza alla Dna Pasquale Striano, indagato con l’accusa per aver eseguito migliaia di accessi abusivi al sistema informatico. Ancora l’altro giorno Il Tempo titolava a piena pagina “I dossier di Striano e de Raho”.
L’attacco è proseguito il 27 marzo, quando de Raho in Parlamento ha chiesto l’intervento del ministro di Giustizia a seguito della sentenza della Cassazione che – annullando senza rinvio il decreto di sequestro e confisca eseguito nei confronti di imputati già condannati per traffico illecito dei rifiuti e inquinamento di una vasta zona nella “terra dei fuochi” - ha disposto la restituzione dei beni sequestrati per un valore di 200 milioni di euro. Parlamentari di centrodestra, in particolare l’onorevole Pietro Pittalis di FI, hanno accusato de Raho di delegittimare la Corte di Cassazione per essersi permesso di “criticare e sindacare un provvedimento dei giudici della legittimità, travalicando così le prerogative di un parlamentare”. Ancora una volta si è trattato di un attacco strumentale: qualsiasi persona in buona fede, e non accecata dall’odio politico, avrebbe plaudito all’iniziativa di de Raho tendente a far luce sui motivi che avevano determinato la Cassazione ad annullare e dissequestrare e, quindi, ad accertare se fosse vero che la Corte d'Appello di Napoli aveva adottato il decreto di confisca oltre il termine di un anno e sei mesi prescritto dalla normativa antimafia per adottare il provvedimento, così determinandone la caducazione. Se ciò fosse vero, si imporrebbe, eccome, l’intervento del ministro (e anche del Pg della Cassazione).
Cafiero de Raho © Imagoeconomica
Orbene, Gasparri, anziché unirsi all’iniziativa di de Raho, ha chiesto l’intervento disciplinare del ministro nei confronti di un altro coraggioso pm antimafia, Antonino Di Matteo, per aver criticato, nel libro da lui scritto con il giornalista Saverio Lodato Il colpo di spugna, la decisione della Cassazione sul processo “Trattativa Stato-mafia”: critiche più che giustificabili per avere la Corte di legittimità sostanzialmente adottato una decisione di merito con una diversa ricostruzione del fatto e una diversa valutazione delle condotte ascritte agli ufficiali del Ros, che avrebbe imposto un annullamento con rinvio al giudice di appello per una nuova valutazione di merito.
Ma quello che è ancora più paradossale è che Gasparri non solo ha chiesto l’iniziativa disciplinare “a tutela della magistratura, della Corte di Cassazione e dei suoi componenti” (ergendosi, così, a paladino della magistratura). Ma ha pure sollecitato il ministro Nordio “a verificare l’eventuale sussistenza di reati derivanti dalle esternazioni contenute nel citato libro”. Si tratta di affermazioni farneticanti provenienti, guarda caso, proprio da chi (Gasparri), già nel 2004, proponeva “un test psico-attitudinale nei confronti dei magistrati”.
Vuoi vedere che “forse” ha ragione Gratteri quando afferma che anche i parlamentari dovrebbero sottoporsi non solo ai test “psico-attitudinali”, ma anche all’“alcol-test”?
*Ex Giudice di Cassazione
Tratto da: Il Fatto Quotidiano
Foto di copertina © Imagoeconomica
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