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Intervista esclusiva all’ex M5S sul Caso Wikileaks: "Quello che hanno fatto gli USA è terribile"

Nel 2010, Julian Assange ha rivelato i crimini di guerra degli Stati Uniti commessi in vari teatri di guerra. In particolare, in Iraq. Per quelle rivelazioni, e per molti altri documenti scottanti, è stato perseguitato per anni. costretto a una vita da “fuggitivo” fino a quando nel 2019 non è stato arrestato dentro l’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Da allora è si trova recluso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh. E il 20 e 21 febbraio prossimo, la Corte Suprema di Londra dovrà decidere sull'istanza presentata dai legali di Assange per evitare la sua estradizione negli Stati Uniti, dove rischia fino a 175 anni di carcere, e solo per aver svolto il suo lavoro di giornalista. Sul caso Assange e sulla storia di Wikileaks, che ha permesso la diffusione su vasta scala di numerosi documenti segreti che dimostrano i crimini commessi da “Zio Sam”, si è espresso anche Alessandro Di Battista, l’ex M5S che ha deciso di portare sul palcoscenico la vicenda del noto giornalista australiano con un monologo dal titolo eloquente: “Assange: colpirne uno per educarne cento”. Durante un’intervista con Jamil El Sadi, redattore di ANTIMAFIADuemila, Di Battista ha ribadito con fermezza: “Non sostenere Julian Assange significa andare contro la nostra stessa libertà. Viviamo in un mondo al contrario, dove chi ha svelato crimini di guerra o crimini contro l'umanità marcisce in galera, mentre chi li ha commessi si gode le sue ricchezze nei ranch del Texas”. Dall’11 aprile del 2019, Assange si trova agli arresti all'interno del penitenziario londinese di Belmarsh, un carcere di massima sicurezza noto anche come la “Guantanamo inglese”. Eppure, grazie ad Assange il mondo ha saputo, attraverso prove documentate, delle atroci torture a Guantanamo, delle verità scomode che si nascondevano dietro i conflitti in Iraq e in Afghanistan, ma anche della propaganda somministrata all’opinione pubblica per giustificare l’azione militare voluta dagli Stati Uniti d'America. “Durante il Covid, Julian restava in cella 23 ore su 24 - ha ricordato Di Battista - vedendo crescere i suoi figli attraverso un vetro: una violenza inaudita”, e decisa il giorno in cui Assange ha rifiutato la richiesta del Dipartimento di Stato americano di cancellare i documenti che hanno messo in imbarazzo l’intero establishment politico-militare statunitense. Tra questi documenti vi era anche il video “Collateral Murder”, un file del Pentagono che mostra un elicottero Apache sterminare diversi civili a Baghdad. Nel sottofondo audio presente nel video si sentono anche le risate del personale militare presente a bordo dell'elicottero. “Quello che hanno fatto gli americani - ha sottolineato l’ex M5S - è terribile. Assange ha mostrato al mondo intero l’ipocrisia e i rapporti di sudditanza dei Paesi europei, a cominciare dall’Italia. Ci sono anche delle mail che parlano della collaborazione di Silvio Berlusconi con il Dipartimento di Stato americano per spingerci nella guerra in Iraq”. Di conseguenza, “non c’è da stupirsi che la Cia, il complesso militare, industriale e finanziario americano vogliano Assange in carcere, ma che i principali aguzzini siano diventati i giornalisti occidentali - ha osservato Di Battista - è una vergogna”.

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