Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

L'intervento dell'ex procuratore generale di Palermo a Palazzo Madama

"Il disegno di legge in discussione presenta, a nostro parere, gravi profili di incostituzionalità". Ha iniziato così il suo intervento l'ex procuratore generale di Palermo e oggi senatore Roberto Scarpinato nella seduta del Senato di ieri nell'ambito della fissione del disegno di legge sulla giustizia targato Carlo Nordio (assente in aula).
Un ddl che, a conti fatti, è l’ennesima trovata del governo cercare di rimescolare le carte sul tavolo della giustizia cancellando l'abuso d'ufficio e ridimensionare il traffico di influenze illecite, vietare l'appello per i pm e far calare il silenzio sulle intercettazioni.
Inizialmente l’opposizione - con 107 voti contrari e 49 favorevoli - non era riuscita ad evitare che la discussione del ddl continuasse appellandosi alle 'pregiudiziali di incostituzionalità'.
Il primo a proporle è stato proprio Scarpinato che dagli spalti ha dovuto rispiegare l'ovvio: l'abolizione dell'abuso d'ufficio va in diretto contrasto con l'articolo "97 della Costituzione, che tutela il principio del buon andamento e dell'imparzialità, e dell'articolo 54 della Costituzione" il quale recita che i 'cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge'.
Inoltre il cittadino che subirà l'abuso da parte di un pubblico ufficiale non potrà più "rivolgersi al giudice amministrativo" ledendo così un "diritto garantito dall'articolo 24 della Costituzione, il quale stabilisce che 'tutti possono agire in giudizio per la tutela dei loro diritti e interessi legittimi'". In altre parole "i cittadini che subiranno un abuso d'ufficio con comportamenti materiali non avranno più la possibilità di rivolgersi a un giudice" ha ribadito Scarpinato.
Non occorre essere dei fini giuristi: con l'abolizione dell'abuso d'ufficio la cultura della prevaricazione sarà sdoganata e si verificherà un "riorientamento culturale in senso negativo, perché liberalizza tutti i comportamenti di abuso - che oggi sono penalizzati - degradando il livello della pubblica amministrazione". Ma vi è anche l'altro lato della medaglia; se da una parte il pubblico ufficiale potrà arrecare danno, dall'altro potrà apportare benefici a chi non lo merita o non ne abbia i titoli. Questo provocherà una "palese violazione dell'articolo 97, secondo comma, della Costituzione, che attribuisce rilevanza costituzionale al bene giuridico dell'imparzialità della pubblica amministrazione, legittimando quindi l'uso dell'azione penale per la tutela di questo bene".
Le ricostruzioni in punta di diritto non sono state ascoltate dalla maggioranza del Senato il quale, com’era prevedibile, ha votato a favore dell’abrogazione del reato. Scarpinato aveva provato a salvarlo tramite un emendamento che prevedeva una “semplice fattispecie, e cioè quando il pubblico amministratore violi il dovere di astenersi in presenza di un interesse proprio o di altri”. In altre parole in casi di palese conflitto di interessi.
Colpito quindi anche l'articolo 3 della Carta per l’irragionevolezza di abolire un reato che si concretizza “in una pluralità di condotte per finalità profittatrici, sopraffattive e prevaricatrici”.
Le ricadute si vedranno anche sulle procure europee (EPPO), ha precisato Scarpinato, poiché si dovranno “archiviare” i procedimenti penali aperti proprio per abuso d’ufficio. "Questo viola l'articolo 117 della Costituzione, con riferimento all'articolo 83 del testo unico del funzionamento dell'Unione europea" ha detto Scarpinato. Ovviamente violata anche la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio Ue sulla lotta contro la corruzione che Nordio non considera affatto perché continua a dire che l’Italia può contare su “un parterre di reati” per combatterla. Non va meglio per l'impossibilità del "pubblico ministero di proporre appello, nei casi di proscioglimento dell'imputato, quando si proceda per delitti per i quali l'azione penale viene esercitata mediante la citazione diretta a giudizio". L'ex magistrato ha ricordato che questo ultimo punto farà certamente "cadere la mannaia della Corte costituzionale, anche perché questa norma è palesemente contraria ai principi della Corte costituzionale, che ha già bocciato la legge Pecorella, che aveva precluso al pubblico ministero la possibilità di presentare appello nei casi di proscioglimento per giudizio abbreviato".


Il Parlamento si piega a lobby e legittima i conflitti di interessi

La mancanza di una legge adeguata contro le lobby creerà "l'habitat ideale per una sorta di occulta e strisciante liberalizzazione del conflitto di interesse" ha detto l'ex procuratore generale. A gravare la situazione sarà la “riforma del traffico di influenze in quanto si legalizza” ciò “che viene svolto dai tipici galoppini elettorali”, ossia da coloro che “in cambio di vari favoritismi da parte dei pubblici amministratori (assunzioni e licenze illegittime), portano i voti”.


Riforma intercettazioni: grave danno alla difesa degli indagati

La maggioranza ha sostenuto che la riforma sulle intercettazioni avrebbe lo scopo di garantire la privacy in linea con lo spirito garantista.
La veemenza delle loro parole però cozza con la realtà dei fatti dal momento che “questa norma che si vuole introdurre pregiudica gravemente i diritti degli indagati” ha detto Scarpinato dal momento che la polizia giudiziaria sarà obbligata a censurare le trascrizioni delle intercettazioni.
Deve essere data la possibilità all'indagato di leggere, nei verbali della Polizia che fa l'ascolto, tutte le circostanze e tutti i nomi che” sono utili alla difesa, ha ribadito l’ex magistrato.
La cavalleria garantista, come sempre, non ha saputo rispondere. L'esame del disegno di legge continuerà domani alle 9.30.

ARTICOLI CORRELATI

L'atto 'd'accusa' di Scarpinato al ministro Nordio

Senato, l'ex procuratore Scarpinato a Nordio: ''Con le sue riforme più soldi a mafie e lobbisti''

Scarpinato: ''Abolizione dell'abuso d'ufficio lascia indifesi i cittadini''

Ddl Giustizia, Scarpinato: ''Surreale abrogare il reato di abuso d'ufficio, agevola il malaffare''

Senato, in commissione passa l'abrogazione dell'abuso d'ufficio. Esulta maggioranza e Iv

Abuso d'ufficio, Scarpinato: ''Ddl Nordio legalizza abuso di potere e conflitto interessi’’

Ardita: ''Abuso d'ufficio? È presidio di correttezza dell'attività dei pubblici ufficiali’’

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos