E' questo il grido che si levava forte nel 1992 ai funerali degli agenti di scorta dopo la strage di via d'Amelio.
Quello fu un giorno di rabbia con la folla che, con urla, fischi e insulti si era scagliata contro le autorità presenti.
Ricordiamo tutti le immagini del Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro preso d'assalto e costretto ad abbandonare di fretta la Cattedrale di Palermo.
Qualcuno colpì con uno schiaffo persino il Capo della Polizia di allora, Parisi.
Trentuno anni dopo quell'urlo fa ancora paura.
Circa duemila persone ieri hanno preso parte al corteo "Non siete Stato voi, ma siete stati voi" (che vedeva la partecipazione di associazioni antimafia, comitati studenteschi, sindacati, tante altre realtà sociali, ed anche l'adesione della nostra testata, de I siciliani giovani, di Telejato.
Ieri due cordoni di polizia in tenuta antisommossa hanno accolto l'arrivo dei partecipanti partiti dalla Facoltà di Giurisprudenza e giunto in via Notarbartolo.
Un corteo pacifico per onorare la memoria di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti di scorta, ma anche per mettere al centro della lotta alla mafia la "questione sociale".
Quindi dire basta alle passerelle e alle ipocrisie di Stato, al silenzio di Stato sulle stragi e gli omicidi che hanno segnato la nostra storia.
Si è cercato di impedire a giovani e cittadini di esprimere il proprio dissenso.
Per discutibili motivi di ordine pubblico, nonostante accordi presi, prima e durante il percorso, è stato violato il diritto sancito dalla Costituzione di "manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".
C'è chi è stato spinto. Chi è stato preso a manganellate. E negli scontri anche alcuni membri delle forze dell'ordine hanno ricevuto colpi.
Tutto questo perché non si è avuto il buonsenso di capire che parole come indignazione e disobbedienza civile non sono vuote, ma piene di significato.
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