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L'ex procuratore generale di Palermo ai microfoni di Radio Radicale

Quello che è successo ieri, cioè l‘elezione di Chiara Colosimo alla presidenza della commissione Antimafia, è stato il pendant (riscontro, ndr) di quello che è accaduto a Palermo. Non era mai successo che la polizia caricasse dei giovani e degli studenti che volevano arrivare fino all’albero di Giovanni Falcone per evitare che potessero disturbare autorità che parlavano sul palco, come il sindaco di Palermo Lagalla, che è stato eletto coi voti di Dell’Utri”.
È questa l'analisi dell'ex procuratore generale di Palermo e oggi senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Scarpinato a Radio Radicale in merito all'episodio repressivo avvenuto il 23 maggio a Palermo: due cordoni di polizia in tenuta antisommossa hanno accolto l'arrivo dei partecipanti del Corteo "Non siete Stato voi, ma siete stati voi", promosso da decine e decine di associazioni antimafia, sigle studentesche e sindacati partito dalla Facoltà di Giurisprudenza e giunto in via Notarbartolo sia per onorare la memoria di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti di scorta, che per protestare contro passerelle e ipocrisie di Stato.
Alcuni dei manifestanti sono stati spinti a terra, a qualcun altro è arrivata anche qualche manganellata. Negli scontri anche alcuni membri delle forze dell'ordine hanno ricevuto dei colpi.
Un'azione repressiva cruda e fascista scaturita dall'ordinanza emessa dalla Questura su richiesta della Prefettura di Palermo, il cui scopo era limitare, per discutibili motivi di ordine pubblico, il diritto sancito dalla Costituzione di "manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".
Il corteo, tutt'altro che violento o 'antagonista', ha visto l'espressione di più realtà anche per mettere al centro della lotta alla mafia la "questione sociale". Un corteo scomodo; agli ipocriti; agli indegni; ai potentati di turno.

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