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Da una parte un mondo che è in guerra e che va alla deriva verso il disastro nucleare. Dall'altra una battaglia, quella contro la mafia, che non è affatto vinta. Questi due temi sono stati al centro dell'intervento del direttore Giorgio Bongiovanni, intervenuto ieri sera con un contributo video realizzato per l'evento "L'Arte è Pace. La guerra è cosa vostra". Mafia e bombe alle soglie di un nuovo conflitto mondiale". 
L'evento che si è tenuto in piazza Duomo, a Milano, organizzato in collaborazione da Funima International Onlus e ANTIMAFIADuemila, in particolare per ribadire con fermezza il "No" alla mafia e alla guerra e chiedere soprattutto ai nostri governanti la cessazione immediata all'invio di armi che rischia di prolungare oltremodo un conflitto. 
Ma, oggi più che mai, è necessario riflettere su ciò che è oggi la lotta alla mafia e le insidie di questo tempo in cui nel dibattito sociale e politico, tra riforme della giustizia interventi legislativi, si stanno mettendo in discussione normative cardine come il 41 bis, l'ergastolo ostativo, e così via. 
"E' stato arrestato Matteo Messina Denaro, certamente una grande vittoria dello Stato che ha posto fine ad una latitanza di trent'anni - ha ricordato a tutti Bongiovanni - Però dobbiamo rimanere con la guardia sempre alta perché la mafia non è finita e non stata affatto sconfitta". Il direttore ha quindi evidenziato alcuni punti oscuri che hanno riguardato proprio la latitanza decennale del boss di Castelvetrano, ricordando le parole della ex magistrato Teresa Principato, per anni impegnata nella sua ricerca, che in questi anni ha raccontato "di essere stata stoppata nelle indagini. Lei aveva trovato delle vere e proprie prove che questo boss è stato coperto da alte sfere della massoneria oltre a funzionari dello Stato, compreso i servizi segreti. Quindi questi buchi neri ci fanno capire non solo che Messina Denaro è un boss di elevatissima caratura ma che è anche depositario di segreti indicibili". I segreti delle stragi. 
E poi ancora ha aggiunto: "Il suo arresto è una grande vittoria ma apre nuovi scenari. Cosa sta facendo oggi la mafia? Cosa chiede la mafia allo Stato-mafia? La mafia vuole risposte. Le vuole da Marcello Dell’Utri, cerniera tra Cosa nostra e Silvio Berlusconi che oggi è al governo. Vuole che siano mantenute le promesse. Quindi c’è un nuovo dialogo, una nuova discussione tra Cosa Nostra, carceri, e criminalità organizzata in genere". 
Ed ecco il pericolo che si corre in questo preciso momento: "Certamente la discussione sull’ergastolo ostativo, sull’abrogazione del 41bis è ciò che fa gola a Cosa nostra. Era scritto nel famoso papello. E lo leggiamo dai messaggi dei vari Baiardo e Graviano, che vuole almeno l’abolizione del 41bis. Cosa significherebbe? Ci sarebbe l’uscita dal carcere di Giuseppe Graviano, il fratello Filippo, Pietro Aglieri, Nino Madonia, Nitto Santapaola, Aldo Ercolano. Personaggi di una ferocia incredibile. Si ricomporrebbe a Palermo, solamente con queste persone, la famosa cupola. E queste persone hanno dimostrato che i loro dialoghi con lo Stato avvengono attraverso le bombe". 
Quindi ha concluso: "Il governo Meloni vuole questo? Il popolo italiano vuole questo? Noi non lo vogliamo. Noi vogliamo che il 41bis rimanga lì, fermo e deciso, altrimenti lo Stato si ritroverebbe in ginocchio in una situazione uguale o peggiore del tempo delle stragi".





Basta armi
Altro argomento è stato quello che riguarda la geopolitica mondiale e il conflitto russo-ucraino. Ad un anno di distanza dall'inizio della guerra la situazione è sempre più catastrofica ed è evidente che c'è un invasore, la Russia di Putin, ed un Paese invaso, l'Ucraina. Tuttavia, ha ribadito Bongiovanni, è necessario "analizzare il perché la Russia è arrivata a invadere l'Ucraina". "Le risposte a questa domanda sono due: una perché Putin è un tiranno, l’altra è perché la Russia è stata provocata fortemente da una minaccia militare pericolosissima e anche nucleare. Una minaccia posta in essere dalla coalizione capeggiata dalla NATO, guidata dagli Stati Uniti, che hanno a disposizione numerose testate nucleari. La Russia si è quindi sentita minacciata dalla NATO che ha tradito la promessa fatta dopo la caduta del muro di Berlino in cui aveva detto che non si sarebbe mai allargata ad Est".
La NATO, invece, è arrivata quasi fino ai confini della Russia. 
"Se fosse accaduto il contrario, cioè se la Russia avesse messo basi strategiche, arsenali nucleari ai confini del Messico, a Ciudad de Juarez, gli Stati Uniti non avrebbero fatto niente? - si è chiesto Bongiovanni - Conoscendo la storia politica degli Stati Uniti se la Russia avesse solo paventato di mettere basi in Messico, gli Stati Uniti avrebbero invaso il Messico istantaneamente e annettendolo al proprio territorio per impedire questo tentativo russo. Questa è la realtà dei fatti, speriamo possa esserci un negoziato di pace". Infine ha concluso: "L'invio continuo di armi produrrebbe ancora più morti in territorio ucraino, per questo non siamo d'accordo. Noi proponiamo un negoziato di pace tra la Russia e l’Ucraina e la mediazione, volendo, dell’Italia stessa o una nazione autorevole. Lo stesso appello è quello che fa il Papa. Se questo invio di armi continuerà questa situazione provocherà senza dubbio la terza guerra mondiale, che sarà nucleare. Noi non lo vogliamo".

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