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L'accusa è di concorso esterno e falso ideologico. Agli arresti anche il cugino omonimo di Andrea Bonafede

"Le cure assicurate personalmente dal dottor Tumbarello hanno garantito a Matteo Messina Denaro non solo le prestazioni sanitarie necessarie per le gravi patologie sofferte, ma soprattutto, per quel che qui rileva, la riservatezza sulla sua reale identità". E' quanto si legge nell'ordinanza del gip Alfredo Montalto con la quale viene disposto l'arresto, su richiesta del procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dell'aggiunto Paolo Guido e dei pm Piero Padova e Gianluca De Leo, nei confronti del medico di base di Campobello di Mazara, paese in cui il boss trapanese si è nascosto nell'ultimo periodo della latitanza.
L'accusa è grave: concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico.
Secondo Montalto, dunque, il medico, da qualche mese in pensione, avrebbe permesso al capomafia, sotto il falso nome di Andrea Bonafede, di "continuare a sottrarsi alle ricerche, restare a Campobello di Mazara e gestire l'associazione mafiosa".
Infatti "Tumbarello ha personalmente visitato il paziente Matteo Messina Denaro, raccolto l'anamnesi, indicatogli un percorso terapeutico, poi seguito con estrema attenzione, prescritto in più di un centinaio di occasioni farmaci e analisi mediche, per patologie molto gravi, di cui effettivamente soffriva e soffre il boss, intestandole ad un proprio assistito, che in realtà godeva di ottima salute".
Nelle 31 pagine della misura cautelare ci sono anche altri passaggi di particolare interesse.
Oltre al medico è stato arrestato anche un altro Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra di Campobello di Mazara che ha prestato la propria identità al boss. Al cugino di Bonafede sono contestati i reati di favoreggiamento e la procurata inosservanza di pena aggravati dall'aver favorito Cosa Nostra.
In particolare gli viene contestato di aver fatto la spola con lo studio di Tumbarello per consegnare al boss le ricette mediche e al professionista i documenti sanitari che il padrino di volta in volta gli sottoponeva.
Tumbarello "continua a svolgere l'attività professionale di medico nonostante il pensionamento e soltanto con la più grave misura coercitiva può essergli impedito di prodigarsi ancora a favore di altri esponenti mafiosi", scrive il giudice che ha voluto sottolineare il passato del dottore, protagonista "di un rapporto ben più risalente (sino agli anni novanta del secolo scorso) e diverso da quello più strettamente professionale con Messina Denaro".


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Da sinistra: il procuratore capo di Palermo, Maurizio de Lucia, e l'aggiunto Paolo Guido il giorno della conferenza stampa, 16 gennaio 2023, per l'arresto di Matteo Messina Denaro © Deb Photo


Prove documentali
Spiega il gip che "l'analisi della documentazione via via acquisita dalla polizia giudiziaria ha fornito prova piena della gravità delle condotte" del medico.
"E, infatti - si legge nell'ordinanza - il primo intervento chirurgico cui è stato sottoposto Messina Denaro è stato reso possibile grazie alla falsa scheda firmata dal dott. Tumbarello il 5 novembre 2020 a nome di Bonafede Andrea cl. 69, nella quale ha dato atto di aver eseguito personalmente un'accurata anamnesi e valutazione clinica del paziente, che già aveva eseguito una colonscopia sollecitandone il ricovero", ricovero cui faceva seguito, a distanza di pochi giorni come detto, l'intervento chirurgico del 13 novembre 2020.
Tumbarello ha chiesto poi, in calce alla "scheda", di essere informato attraverso una "esauriente relazione clinica" del paziente Bonafede/Messina Denaro. Tale documento, sottoscritto personalmente dall'indagato, prova in modo incontrovertibile che costui ha visitato più volte Messina Denaro Matteo (e non già il suo assistito Bonafede), e ne è divenuto stabile interlocutore del lungo e tormentato percorso terapeutico del suo assistito (rectius Messina Denaro). Ed invero, Tumbarello seguirà il percorso del paziente per i successi due anni, continuando a prescrivergli delicatissimi e costosissimi esami diagnostici".
Per i pm le prestazioni del medico sono state “indispensabili nel corso degli ultimi due anni per consentire al latitante di essere curato e assistito dalle diverse strutture sanitarie pubbliche che lo hanno preso in carico, oltreché per ottenere i farmaci la cui somministrazione è stata necessaria per la sua attuale sopravvivenza”.
E ancora si legge che il medico era diventato per il capomafia “il punto di riferimento per l’intero Servizio sanitario, con conseguenti assunzioni di oneri, responsabilità e tutto ciò che notoriamente consegue al monitoraggio del malato oncologico, che dunque vanno ben oltre la semplice e occasionale prescrizione di farmaci. Ruolo evidentemente da egli assunto solo in quanto consapevole e informato della reale identità del paziente”.
Dalle indagini è emerso che Tumbarello ha prescritto a nome di Andrea Bonafede almeno 95 farmaci per gravi patologie tumorali, più 42 esami e analisi.
E sarebbe anche grazie a queste prescrizioni che Messina Denaro ha potuto sottoporsi a due interventi.
Il primo, per un tumore al colon all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo, risale al 13 novembre del 2020 (in tempi di pandemia). Il secondo è datato 4 maggio 2021, per rimuovere le metastasi al fegato alla clinica La Maddalena di Palermo.
Secondo il giudice Montalto, l’indagato “ha consapevolmente ‘coperto’ la vera identità del Messina Denaro, bisognoso di accedere alle cure del servizio sanitario nazionale, con quella del suo paziente Bonafede Andrea classe 1963, mai ricevuto e tanto meno visitato e che conseguentemente ben sapeva non potere essere effettivamente affetto da patologie così gravi”.


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Palermo, 16 gennaio 2023. L'arresto di Matteo Messina Denaro


Per questo il gip evidenzia “l’intensa, incondizionata e continuativa opera prestata dal predetto a vantaggio del più importante esponente mafioso della consorteria mafiosa”.
La richiesta di misura cautelare in carcere, e non ai domiciliari come normalmente avviene per le persone che hanno più di 70 anni, viene motivata col fatto che il medico “non avrebbe alcuno scrupolo o timore a commettere reati della stessa specie, finalizzati a coprire (anche documentalmente) ulteriori responsabilità dei correi che hanno consentito al latitante di continuare a gestire e governare l’associazione mafiosa nonostante le gravissime patologie di cui era afflitto”.
Secondo le accuse della procura Tumbarello avrebbe avuto in cura Messina Denaro fino al novembre del 2022.

Il filo con il passato
Il nome di Tumbarello non è nuovo agli inquirenti. Secondo l'accusa Tumbarello avrebbe una "melliflua e sfuggente” capacità delinquenziale, perché “celata attraverso lo svolgimento di una nobile professione”. Massone iscritto alla loggia Valle di Cusa (dalla quale è stato sospeso dal Grande Oriente d’Italia, dopo essere finito sotto inchiesta), Tumbarello è un personaggio noto.
In passato è stato consigliere provinciale dell’Udc, appoggiato da Antonio Vaccarino, l’ex sindaco di Castelvetrano, massone pure lui e già condannato per traffico di droga (oggi deceduto), che anni fa fu coinvolto nelle indagini che il Sisde stava conducendo su Messina Denaro.
Vaccarino aveva avviato una corrispondenza con il latitante, sotto lo pseudonimo di Svetonio.
Fu proprio Vaccarino, durante un’udienza di un processo di dieci anni fa, a spiegare di aver agganciato il latitante dopo aver chiesto proprio a Tumbarello di incontrare Salvatore Messina Denaro, fratello dell’ex primula rossa di Cosa nostra.
L’incontro si tenne nello studio del medico, “evidentemente luogo ritenuto sicuro per non esporre i partecipanti a rischi”, scrivono gli investigatori.
E quella conoscenza tra il medico e la famiglia di Messina Denaro viene considerata di rilievo nelle pagine dell'ordinanza.


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L’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino


Bonafede e le false indicazioni
Il vero Bonafede, che era l'intestatario delle prescrizioni del medico, quando è stato sentito dai magistrati aveva sostenuto che Tumbarello fosse ignaro che alle terapie si sarebbe sottoposto Messina Denaro.
Ed ha pure assicurato di essersi recato personalmente allo studio medico o di averlo comunque sentito direttamente per avere quelle impegnative.
Ma le indagini hanno dimostrato il contrario. In particolare i tabulati telefonici hanno escluso contatti tra il vero Bonafede e Tumbarello almeno dal 2019. E la segretaria di Tumbarello ha negato di aver visto Bonafede all’ambulatorio del medico, almeno negli ultimi 17 anni. La donna lo incontrava solo in giro per Campobello: "Perché ci conosciamo tutti essendo un paese piccolo", ha spiegato agli investigatori.
A ritirare le prescrizioni, ha detto la segretaria, era sempre il cugino omonimo del geometra, ovvero il soggetto che oggi è stato arrestato.
Anche quest'ultimo, secondo il gip sarebbe stato “pienamente consapevole” della vera identità del malato oncologico che non era affatto il cugino, ma l'uomo più ricercato d'Italia. Nell’ordinanza si legge anche che “sono ancora necessari approfondimenti anche per delineare meglio il ruolo del predetto avuto riguardo all’estrema fiducia nello stesso riposta allorché gli è stato affidato quell’incarico così delicato ed importante per la sicurezza del latitante Messina Denaro”.

Indagini che continuano
Ovviamente gli inquirenti proseguono gli accertamenti sulla rete di protezione del boss. Le prime indagini, spiegano gli inquirenti, “hanno svelato un inquietante reticolo di connivenze e complicità in diversi luoghi e in svariati ambiti professionali, a cominciare da quello proprio dell’odierno indagato, cioè quello medico – sanitario, reticolo sul quale sarà necessario proseguire le investigazioni che doverosamente dovranno condurre a individuare e perseguire, se sussistenti, tutte le condotte integranti possibili profili di responsabilità penale".
C'è poi il grave "spaccato dell'assordante silenzio dell'intera comunità di Campobello di Mazara". Così come scrive il pm Paolo Guido nella richiesta di arresto del medico Tumbarello, nella cittadina trapanese si sono manifestati "diversi livelli di compiacenza omertosa, paura, o addirittura complicità". Tutto ciò "ha consentito impunemente al pericoloso stragista ricercato in tutto il mondo di affrontare negli ultimi due anni cure mediche e delicatissimi interventi chirurgici in totale libertà, godendo della disponibilità di somme di denaro, macchine, appartamenti, addirittura relazioni sentimentali".

Realizzazione grafica di copertina by Paolo Bassani

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