Sono oltre 1.500 i morti causati finora dal terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito la notte scorsa il sud della Turchia e la Siria, mentre i feriti sono diverse migliaia.
La zona colpita dal terribile sisma che si è abbattuto nel sud della Turchia corrisponde alla parte centro occidentale del confine turco siriano, un'area che negli ultimi anni era finita al centro delle cronache per motivi essenzialmente legati alla prossimità con il conflitto siriano. Gaziantep, la provincia dell'Hatay e Adana hanno costituito per anni i principali nodi di collegamento utilizzati dai jihadisti dell'Isis che partivano dall'Europa per unire le proprie forze alla follia del califfato. Adana e Gaziantep sono le due città in cui le forze di sicurezza turche hanno compiuto più operazioni per sgominare cellule dell'Isis e proprio Gaziantep, che da Aleppo dista poco più di 70 km, è stata colpita da un terribile attentato kamikaze che ha ucciso 56 persone a fine agosto 2016. Uno dei singoli attacchi più sanguinosi della storia della Turchia, che l’Isis ha sferrato in ritorsione alla decisione di Ankara di attaccare il califfato nel centro nord della Siria. La stessa provincia di Gaziantep in quegli stessi giorni ha infatti costituito la porta di ingresso dell'esercito turco verso le aree di Jarabulus e Mar'e, sottratte al controllo del califfato dopo un'operazione militare di 6 mesi costata la vita a più di 70 militari turchi. La prima operazione turca in confine siriano, la più sanguinosa, cui seguiranno altri due interventi, entrambi contro i curdi siriani dello Ypg nel 2018, 2019.
Al sisma ne è seguito un altro in mattinata - alle 11:24 ora italiana, di magnitudo 7.5 - mentre secondo l'Istituto geofisico statunitense USGS le scosse di assestamento sono almeno 31 finora. In Turchia si contano almeno 1.014 morti e circa 5.385 feriti. Il terremoto, definito dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan "il più grande disastro nel Paese dal 1939", ha visto la mobilitazione della comunità internazionale. "L'Italia è vicina ed è pronta a mettere a disposizione la Protezione Civile", annuncia il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani che assicura che "nella zona dove c'è stato il sisma più forte 21 italiani stanno tutti bene" così come i 168 connazionali che vivono in una zona più ampia. Un primo team Usar (urban search and rescue) dei Vigili del Fuoco, fa sapere il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, è pronto a partire dall'aeroporto di Pisa. "L'Ue è pronta ad aiutare", ha annunciato in un tweet l'Alto Rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell. Sostegno è stato annunciato anche dal premier britannico Rishi Sunak, dal presidente francese Emmanuel Macron e dal cancelliere tedesco Olaf Scholz mentre Madrid ha attivato l'unità militare di emergenza e il trasporto aereo urgente per dare sostegno alle ricerche. La Casa Bianca, intanto, ha reso noto che gli Usa sono "pronti a fornire tutta l'assistenza necessaria". E anche il presidente russo Vladimir Putin promette assistenza ai due paesi colpiti. Secondo Erdogan, 2.818 edifici sono crollati nel Paese. Il precedente grande disastro in Turchia risale a 84 anni fa, quando un terremoto colpì Erzincan, provocando la morte di circa 33.000 persone. Nel 1999 il Paese fu colpito a Izmit da un altro violento sisma - di magnitudo 7.6 - che uccise più di 17.000 persone. Secondo la Cnn, il bilancio odierno è finora di almeno 1.504 vittime nei due Paesi, incluse le zone controllate dai ribelli in Siria. Ma le vittime sono destinate ad aumentare: l'USGS, che assegna al sisma di questa notte il rischio 'rosso', attribuisce infatti un 47% di probabilità a un numero di morti compreso tra 1.000 e 10.000. Il presidente siriano Bashar al Assad ha convocato stamani a Damasco una riunione d'emergenza del governo e dei capi delle agenzie della protezione civile e della sicurezza per coordinare gli interventi, mentre in entrambi i Paesi proseguono senza sosta le ricerche dei dispersi. Nelle ultime ore, la protezione civile della regione nord-occidentale siriana di Idlib, fortemente colpita dal terremoto di questa notte, ha dichiarato tutto il nord-ovest della Siria una "zona disastrata". Interi villaggi delle zone fuori dal controllo del governo centrale di Damasco sono stati rasi al suolo, in particolare nelle zone più vicine al confine turco, si legge nel comunicato della Protezione civile siriana.
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