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Matteo Renzi e le falsità sul processo Trattativa Stato-Mafia

“Abbiamo scoperto, signor Ministro, che lei non solo non è in grado di tenere la tenuta di segreti rilevanti nel suo stesso ufficio, come è accaduto, ma non ha neppure la forza politica e l'autorevolezza personale per fare l'unica cosa che avrebbe dovuto fare, ovvero chiamare l'onorevole Delmastro Delle Vedove e invitarlo gentilmente a rassegnare le dimissioni, per tutelare il decoro delle istituzioni. Oggi invece viene qui a prendere tempo, a nascondersi dietro il corso delle indagini e a dare motivazioni implausibili. Abbiamo quindi un grave problema, signor Ministro: lei non è in grado di assolvere le sue funzioni e, nell'interesse dello Stato, dovrebbe valutare se rassegnare le dimissioni". Sono state queste le parole dell’ex procuratore generale di Palermo e oggi senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Scarpinato, intervenuto ieri al Senato durante la discussione sull'Informativa urgente del Governo sul caso Cospito.
Un caso che si è ormai trasformato in un braccio di ferro per il mantenimento del 41 bis.
Nello specifico il ministro della Giustizia Carlo Nordio – relatore dell’informativa - è stato chiamato a riferire i dettagli sul regime carcerario a cui è sottoposto Cospito - appunto il 41 bis - e sul caso scoppiato l'altro ieri alla Camera dei deputati: quello che ha visto protagonisti i deputati di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli, vicepresidente del Copasir, e il collega di partito Andrea Dalmastro Delle Vedove, sottosegretario alla giustizia con delega al Dap.
Delle Vedove avrebbe fornito informazioni coperte da segreto a Donzelli (riguardanti il caso Cospito) il quale le avrebbe riferite poi davanti alla Camera. Nordio, in merito a queste dichiarazioni, ha detto che sono stati disposti "degli accertamenti interni: bisogna comprendere di che tipo di atti si tratti; dobbiamo comprendere quale livello di segretezza abbiano, se e chi potesse averne conoscenza, se il destinatario potesse a sua volta divulgarli o condividerli con terzi".


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Il sottosegretario alla giustizia, Andrea Dalmastro Delle Vedove © Imagoeconomica


"A questo si è aggiunta anche la notizia che la procura di Roma avrebbe aperto un'indagine su questo presunto reato - ha detto Nordio - Noi non ci pareremo dietro la magistratura di Roma; non troveremo l'alibi dell'esistenza di questa eventuale inchiesta - se ci sarà - per dire che ce ne laviamo le mani e risponderemo soltanto all'esito di quell'inchiesta della procura; tuttavia vi sono dei limiti anche in questo caso procedurali che vanno rispettati e anche questa è una ragione per cui cerchiamo di capire quali saranno i limiti entro i quali risponderemo, quando avremo terminato quest'istruttoria, alle Camere e dove ci sarà richiesto di rispondere".
Dai banchi dell'opposizione Roberto Scarpinato ha fatto un intervento particolarmente diretto contro le parole del Ministro della Giustizia: "Noi siamo veramente preoccupati, signor Ministro, per l'acuirsi della grave sindrome dello sdoppiamento della personalità da cui lei è chiaramente affetto e di cui abbiamo già colto in passato sintomi evidenti. Avevamo già capito che lei al mattino è un feroce giustizialista, quando si tratta di introdurre con decreto-legge reati come quello di rave, per i quali aveva previsto intercettazioni, misure di prevenzione antimafia e pene severissime, e al pomeriggio si trasforma in un garantista, quando si tratta di reati di colletti bianchi, proponendo di abolire intercettazioni e reati come abuso d'ufficio e traffico di influenza.


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L'onorevole Giovanni Donzelli


Oggi
- ha ribadito - abbiamo scoperto che lei al mattino è un Ministro estremamente bellicoso e rigoroso, quando si tratta di sanzionare indebite fughe di notizie di intercettazioni giudiziarie, definite da lei porcherie per le quali ha più volte dichiarato che sarebbe stato inflessibile, avrebbe usato il pugno di ferro, avrebbe attivato i suoi poteri ispettivi per accertare le responsabilità, anche se - come lei ha acconsentito - erano in corso indagini per reato di agevolazione di segreti d'ufficio, perché il Ministro può fare ispezioni. Poi - sintomo evidente di sdoppiamento della personalità - si trasforma nel tardo pomeriggio in un Ministro che si mette la coda tra le gambe e si arrampica sugli specchi farfugliando scuse improbabili, quando si verificano gravissime fughe di notizie - porcherie, per usare le sue parole - che provengono direttamente dagli uffici del DAP e in particolare dal sottosegretario per la giustizia con delega al DAP Delmastro Delle Vedove. La informo, signor Ministro, che il suo Sottosegretario ha bellamente confessato alla stampa di aver rivelato a un suo compagno di partito, coinquilino, onorevole Donzelli, notizie acquisite grazie al suo ruolo istituzionale e di cui non aveva alcuna disponibilità personale, di estrema rilevanza penale e che dovevano restare segrete e cioè che agenti della Polizia penitenziaria avevano accertato che vertici mafiosi stavano cavalcando e strumentalizzando la protesta di Cospito per ottenere l'abolizione del 41-bis. Notizie che lei, come ex magistrato, sa benissimo che dovevano essere coperte dal massimo segreto e trasmesse immediatamente alla procura nazionale antimafia, che le avrebbe trasmesse alla procura della Repubblica, per attivare indagini urgenti e segretissime, con intercettazioni ambientali all'interno del carcere. Un Sottosegretario con delega al DAP che non è in grado di capire la segretezza delle notizie che ha acquisito e di mantenere la segretezza di queste notizie non è in grado di continuare a svolgere il suo ruolo. Come se non bastasse - ha continuato Scarpinato - l'onorevole Donzelli ci ha fatto assistere, ieri, alla Camera dei deputati, alla consumazione di un reato in flagranza: la rivelazione di segreti di ufficio. Ha cioè rivelato alla Nazione, urbi et orbi, notizie che aveva indebitamente acquisito e che dovevano restare segrete, compromettendo così definitivamente l'esito di indagini giudiziarie importantissime. Ha fatto ciò, per di più, solo per sferrare un attacco politico a componenti dell'opposizione: altro evidente segno di inadeguatezza a rivestire delicati ruoli istituzionali”.


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Il senatore e leader di Italia Viva, Matteo Renzi © Imagoeconomica


Gli sproloqui di Renzi
Durante la discussione sull'informativa presentata dal ministro della giustizia c'è stato anche un acceso scambio di battute tra il senatore Scarpinato e il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Per quest'ultimo il 41 - bis è stata una "grande vittoria della politica contro la criminalità organizzata”.
"Ci vuole una bella faccia tosta come quella del senatore Renzi per qualificare il 41-bis come una vittoria della politica" ha ribadito con forza Scarpinato sottolineando che  "il senatore Renzi ignora che la legge che introdusse il 41-bis è una legge sporca di sangue, perché è una legge che fu introdotta esclusivamente con il sangue versato da Paolo Borsellino e dai cinque agenti della scorta, trucidati nella strage di via d'Amelio, e con l'indignazione popolare che ne seguì, che costrinse un Parlamento riottoso, che non voleva approvare il 41-bis definendo forcaioli e giustizialisti coloro che lo proponevano, ad approvarlo. Non fu, quindi, una vittoria della politica, ma fu una vittoria dello Stato, della società civile. È una legge sporca di sangue e non si può definire una vittoria della politica".
Secondo il leader di Italia Viva "il senatore Scarpinato ha iniziato il suo discorso dandomi della faccia tosta, perché si è sentito chiamato in causa dal mio passaggio sui magistrati che, in nome di una fantomatica trattativa smentita dalla sentenza di Corte di cassazione, hanno costruito una carriera prima in magistratura e poi in politica. Vorrei che restasse agli atti del verbale che effettivamente mi riferivo esattamente a Roberto Scarpinato, al quale vorrei ricordare che, prima di venire a dare della faccia tosta ai colleghi, dovrebbe spiegare non solo le sue strane frequentazioni con il dottor Palamara, ma anche il suo atteggiamento del tutto folle nei confronti delle istituzioni di questo Paese, come sa il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. Per me Scarpinato si deve vergognare".
Parole che denotano una totale mancanza di conoscenza dei fatti: “Il senatore Renzi si è dimostrato assolutamente disinformato, questa è la cosa migliore che posso pensare" ha detto l'ex procuratore di Palermo ai cronisti. "In primo luogo ha affermato che la Cassazione ha annullato la sentenza della trattativa ma la Cassazione non si è ancora pronunziata, quindi dimostra un'ignoranza basilare dei fatti. In secondo luogo, la sentenza di appello ha confermato che la trattativa c'è stata e che ci sono state una serie di gravissime deviazioni istituzionali degli imputati. Terzo, ha affermato che io avrei avuto frequentazioni con Palamara: se c'è un magistrato in Italia che non ha avuto frequentazioni con Palamara sono io e questo risulta da tutti gli atti di indagine dove non c'è una sola chat, tra le milioni di chat di Palamara, che attesti una mia conversazione con lui. L'unico caso in cui parla di me, ne parla malissimo, cosa di cui sono orgoglioso". "Ha poi fatto riferimento al consigliere giuridico di Napolitano, D'Ambrosio, il quale è stato intercettato mentre parlava con l'onorevole Mancino nell'ambito del processo sulla trattativa, non entro nel merito della telefonata ma è un'altra citazione a sproposito perché allora lavoravo in un altro ufficio e non sono stato io a disporre questa intercettazione. Ci fosse una sola di queste affermazioni che sia ancorata a un dato reale, lui parla a ruota libera. Venendo in Parlamento, pensavo che un parlamentare prima di parlare quanto meno si informasse, ma affermare che la Cassazione ha annullato la sentenza della trattativa quando tutti gli italiani sanno che ancora non si è pronunciata, veramente c'è da chiedersi ma dove sono finito?", ha concluso Scarpinato.

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