Il caporedattore di ANTIMAFIADuemila: “Non dobbiamo dimenticarci chi era, cioè un boss stragista”
Sono passati ormai sette giorni dall'arresto di Matteo Messina Denaro. Le indagini stanno procedendo a ritmo serrato: l'epicentro delle attività rimane Campobello di Mazara, il luogo in cui l'ex latitante avrebbe vissuto stabilmente per almeno quattro anni.
Sul punto è stato intervistato ieri su RaiNews 24 il Caporedattore di ANTIMAFIADuemila Aaron Pettinari.
Rispondendo alle domande della giornalista Angela Caponnetto, Pettinari ha precisato che "quello che sta emergendo dalla rincorsa delle notizie e delle indagini è che sicuramente aveva più luoghi e aveva frequentato più luoghi in quel territorio. Alcune cose sembrano veramente quasi anche assurde: il fatto che conservasse scontrini o biglietti aerei e così via. Quindi era anche una persona che viaggiava" e che, di conseguenza, non è sempre "stato fermo in Sicilia".
Oltre a questo i media si stanno concentrando prevalentemente sulla figura della ex 'primula rossa' di Castelvetrano, col rischio di creare, nel tempo, una 'caricatura' del capo mafia: "Su questo ritengo che proprio gli organi di informazione hanno un ruolo importante” - ha detto Pettinari – “Non solo perché bisogna trasmettere il messaggio giusto. Il messaggio giusto è: 'Era una persona che in casa aveva quadri come quelli del Padrino o del Joker di Joaquin Phoenix, ma non dobbiamo dimenticarci chi era, cioè un boss stragista che ha fatto delitti efferati'. Non fermiamoci a dire che è stato arrestato un boss stragista e quindi si chiude un capitolo importante, quello che ci auguriamo tutti", cioè quello delle stragi, "ma anche che si possa veramente ritrovare quella parte piccola di verità sugli ultimi trent'anni di storia italiana che riguarda le stragi nel nostro paese".
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