Il magistrato catanese: "Va fatta un'analisi sull'evoluzione di Cosa Nostra"
"È importante avere assicurato alla giustizia quello che rimaneva di una lunga latitanza che dovrà rispondere di processi e sentenze. E questo è un fatto altamente positivo. Poi, c’è ovviamente la questione legata proprio alla lunghezza della latitanza e alle domande che dobbiamo porci. Il fatto che sia passato tutto questo tempo prima che venisse consegnato alla giustizia deve imporci una riflessione che può aiutarci ad intraprendere un percorso che sia una tappa iniziale e non certo finale". "Ne emerge che, evidentemente, per anni lo Stato non è riuscito a consegnarlo (Matteo Messina Denaro, ndr) alla giustizia. Chiaramente questa persona ha ricevuto delle coperture e oggi va chiarito cos’è successo in questi anni. Dopodiché va fatta anche un’analisi su quella che è l’evoluzione di Cosa Nostra e non solo sotto l’aspetto militare ma anche a quello legato all’omertà, alle complicità, alle collusioni che non mi sembra siano venute meno: dato che è ancora possibile trovare una copertura per un tempo così lungo".
Così il consigliere togato del Csm Sebastiano Ardita in un'intervista a 'Live Sicilia'.
"Tutto questo - ha spiegato - ci serve anche a capire cosa è accaduto all’interno di Cosa Nostra. Se, ad esempio, è accaduto quello che accadde con la strage di Ciaculli e la reazione dello Stato. In quell’epoca, dal 1963 in poi noi sappiamo, perché ce lo hanno detto i collaboratori di giustizia, che si era addirittura sciolta la 'Commissione di Cosa Nostra'. Adesso, invece, cosa può essere accaduto? La Storia può esserci utile nel comprendere ma al tempo stesso ci mette in allarme perché come accadde dopo il 1963, Cosa Nostra si riorganizzò sfociando in una fase violenta. Corsi e ricorsi storici".
Cosa Nostra non ha più una guida?
"Ritengo che non sia ipotizzabile" - ha risposto - "Cosa Nostra è organizzata in maniera gerarchica e piramidale ed è evidente che, finché esiste, avrà quella struttura. Per cui non è pensabile che possa esservi l’assenza di una leadership. Potrebbe - ha continuato - semmai, essere accaduto che in questo momento l’organizzazione funzioni più sul piano territoriale e meno sotto il punto di vista della centralità: è una ipotesi che si fonda sull’osservazione storica".
Servono prudenza e razionalità, ha aggiunto Ardita, in merito ad una possibile collaborazione del capo mafia di Castelvetrano: "Storicamente i capi di Cosa Nostra come Riina e Provenzano o soggetti comunque di grande spessore come Santapaola e Bagarella, non hanno mai collaborato con la giustizia. E questo è un dato storico sul quale riflettere e ripartire. E’ difficile che un capomafia, specialmente se ha avuto il tempo di temere sulla propria cattura, poi collabori. E’ chiaro che ogni cosa è possibile: ma oggi risulta davvero difficile immaginarlo e prevederlo".
Fonte: livesicilia.it
Foto © Imagoeconomica
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