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Le immagini del covo di Campobello di Mazara nel video di ANTIMAFIADuemila ed Our Voice

Un Paese di undicimila persone nel cuore della valle del Belice. Questa è Campobello di Mazara dove in questi giorni gli investigatori stanno svolgendo attività incessanti dopo la cattura del superlatitante di Cosa nostra Matteo Messina Denaro. E' qui che il boss stragista avrebbe vissuto almeno nell'ultimo anno. Non si nascondeva in un bunker o in un casolare di campagna, lontano da tutto e tutti. Ed è chiaro che se ciò è stato possibile è perché ha avuto protezione.
Perché era perfettamente in grado di muoversi anche per le piccole cose di vita quotidiana. Una passeggiata, la visita dal medico, la spesa, il bar, l'abitazione, il deposito.
Questa mattina i carabinieri del Ris sono tornati nella casa della madre di Andrea Bonafede, l'uomo che aveva prestato la sua identità al capomafia Matteo Messina Denaro, a Campobello di Mazara (Trapani). L'immobile si trova all'angolo tra via Cusmano e via Marsala. Nel pomeriggio di ieri, invece, lo Sco ha scoperto un altro immobile utilizzato da Messina Denaro, in via San Giovanni, accanto all'abitazione nella quale vive Giovanni Luppino (l'autista arrestato lunedì mattina con il boss all'esterno della clinica 'La Maddalena' di Palermo).
Ieri Luppino, davanti al Gip, ha negato di aver aiutato 'u siccu e di aver conosciuto la reale identità. Ma i pm non gli hanno creduto. Nella richiesta di convalida d’arresto, firmata dai sostituti Pierangelo Padova e Alfredo Gagliardi, i magistrati lo definiscono come “la persona più vicina” a Messina Denaro, un “collaboratore certamente fidato di uno degli ultimi storici capi della stagione stragista e terroristico mafiosa dell’organizzazione Cosa Nostra, fino ad oggi capace di mantenere l’anonimato e il suo stesso stato di latitanza a fronte di centinaia di arresti di fiancheggiatori e decine di prossimi congiunti, verosimilmente custode di verità inerenti le pagine più cupe della storia repubblicana”.


Le immagini del covo di Campobello di Mazara nel video di ANTIMAFIADuemila ed Our Voice





Tornando allo stabile scoperto in serata qui il padrino avrebbe alloggiato dal 2019, ancora una volta con l’identità di Andrea Bonafede. E come ricostruito nelle indagini avrebbe poi traslocato nel giugno scorso. Per certo, oggi l’abitazione è vuota, ma verrà comunque passata al setaccio, per verificare se all’interno ci siano stanze segrete.
Il proprietario da 40 anni vive in Svizzera ed ha escluso che siano stati fatti lavori di ristrutturazione, ma verificare è d'obbligo.
Sempre ieri, nel primo covo, quello di via San Vito, gli investigatori non hanno trovato solo il poster di Marlon Brando che interpreta il Padrino Vito Corleone nell’omonimo film di Francis Ford Coppola.
Sono infatti stati rinvenuti dei documenti che vengono ritenuti importanti per l’inchiesta coordinata dal procuratore capo Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido.
Qui conservava una serie di carpette, in cui catalogava appunti e carte. C'era poi un diario e un taccuino dove venivano segnate entrate e uscite. Perché anche i boss hanno una contabilità.
Sulla documentazione, repertata e ora all’analisi del Ris, secondo quanto si apprende ci sarebbero anche alcune sigle e numeri di telefono che al momento non indicherebbero le tracce di un libro mastro, ma che gli investigatori cercano di decifrare.
Anche da questi elementi si può arrivare ad una ricostruzione completa della rete di protezione di questi trent'anni.
A quanto si apprende la scrittura sembrerebbe appartenere al boss trapanese. C'è una corrispondenza con quella delle lettere che Messina Denaro consegnava all’ex sindaco di Castelvetrano Tonino Vaccarino, che in passato fu reclutato dai servizi segreti per fare da infiltrato dentro Cosa nostra e mettersi in contatto proprio con l'allora imprendibile padrino.

Foto © Our Voice

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