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27 settembre 2008
Il procuratore di Palermo Francesco Messineo risponde all'appello lanciato da ANTIMAFIADuemila rassicurando firmatari e società civile sul livello di attenzione riservato al caso dell Dott. Di Matteo.






Risposta del procuratore di Palermo Francesco Messineo

Stim.mo
Lorenzo Baldo
ANTIMAFIAduemila

Ho ricevuto per il suo cortese tramite la lettera inviatami dal direttore Giorgio Bongiovanni, sottoscritta anche da numerosi autorevoli esponenti della società civile, attivamente impegnati nel contrasto alla mafia.
Nella lettera si esprimono preoccupazioni per il recente episodio di sospetta intimidazione mafiosa occorso al dott.Antonino Di Matteo, magistrato di questo Ufficio costantemente impegnato nella gestione di delicate indagini e gravi processi contro pericolosi esponenti della mafia, e si paventa la sottovalutazione di possibili situazioni di pericolo auspicando un segnale “forte” da parte delle istituzioni.
Desidero innanzitutto ringraziare tutti i firmatari della lettera per la cortese ed affettuosa sollecitudine manifestata nei confronti del dott.Di Matteo, e quindi indirettamente di tutti i magistrati impegnati nella lotta alla mafia.
Le espressioni di solidarietà e sostegno da parte della società civile ci incoraggiano e ci assicurano che non siamo soli nello svolgimento della nostra opera.
Più ancora, dolorose esperienze del passato ci insegnano che, mentre chi viene lasciato solo versa già per questo in grave pericolo, la solidarietà di molti è essa stessa una preziosa difesa.
Non intendiamo assolutamente sottovalutare la pericolosità di situazioni e segnali che si vanno manifestando.
La mafia è in gravi difficoltà per la ferma azione dello Stato, ma conserva intatta la sua pericolosità e la attitudine a concepire e realizzare disegni delittuosi ed inoltre esprime una subdola capacità di mettere alla prova i meccanismi di protezione appositamente apprestati.
La sicurezza del dott.Di Matteo e degli altri magistrati impegnati contro la mafia costituisce un impegno prioritario per gli organismi preposti alla gestione delle misure di protezione.
Ogni attenzione è stata dedicata, ed ancor più sarà dedicata in futuro, per adeguare costantemente e con largo margine positivo il contenuto delle misure già apprestate al presumibile livello del pericolo.
In tal senso sento di poter rassicurare i firmatari dell’appello e, nel ringraziarli ancora una volta, esprimo l’auspicio che si mantenga costante l’indispensabile collegamento fra la società civile e la magistratura, presupposto irrinunciabile per la efficacia della azione rivolta contro le associazioni criminali che minacciano la società.


Con viva stima

Francesco Messineo



La risposta del direttore

Egr. Dottor Messineo,

                              la ringrazio per la risposta che denota, come già più volte abbiamo constatato, la sua sensibilità istituzionale e la sua alta professionalità.
Le assicuro che continueremo, per quanto in nostro potere, a prestare il nostro sostegno e la nostra attenzione al lavoro dei magistrati impegnati in prima linea nella lotta contro la criminalità organizzata sia come giornalisti che come esponenti della società civile.

Con profonda stima

Giorgio Bongiovanni



Magistrati in pericolo. Lettera a Messineo

22 settembre 2008
Egr. dott. Messineo,l'atto intimidatorio subito dal dott. Antonino Di Matteo lo scorso 14 settembre lascia intravedere dietro di sé un aspetto del tutto inquietante per quanto riguarda le modalità d'esecuzione e l'obiettivo da colpire.

In merito all'accaduto, la particolarità riguarda proprio il lancio del razzo di segnalazione da parte di colui che ha violato la proprietà del dott. Di Matteo.
Le motivazioni che hanno portato a un simile gesto non trovano al momento una spiegazione esaustiva, si resta solamente nell'ambito delle ipotesi o delle interpretazioni.
Ipotesi che lasciano comunque poco spazio all'immaginazione.
Le delicate inchieste antimafia condotte da diversi anni dal dott. Antonino Di Matteo lo hanno palesemente esposto, e lo espongono, a seri rischi per la sua incolumità e quella della sua famiglia, a partire dalle indagini per la strage di Via d'Amelio fino ad arrivare all'attuale processo per la mancata cattura di Bernardo Provenzano nel 1995, dove tra l'altro viene affrontata la cosiddetta “trattativa” tra Cosa Nostra e pezzi delle Istituzioni.
A fronte di tutto ciò è fondamentale che lo Stato dia un segnale forte, garantendo il potenziamento della sicurezza del dott. Di Matteo e di tutti quei magistrati che lavorano in prima linea contro le organizzazioni mafiose.
La sottovalutazione del reale pericolo rappresentato da Cosa Nostra e da tutte le mafie crea i gravissimi presupposti di isolamento per tutti coloro che si stanno battendo contro di esse.
E questo è un rischio che nessuno si può più permettere.
E' un dato di fatto che dopo la cattura di Provenzano e di altri capi come i Lo Piccolo la mafia si sta riorganizzando.
Una riorganizzazione che può anche prevedere il ritorno ad una strategia delle armi.
Dentro l'organizzazione mafiosa, ma anche verso l'esterno.
Non è un caso che solo qualche mese fa, nello stesso territorio dove si è verificato l'atto intimidatorio nei confronti del dott. Di Matteo, era stato progettato l'omicidio di un fedelissimo di Provenzano come Pietro Lo Iacono.
Si tratta di veri e propri segnali che non possono essere ignorati dalle Istituzioni su cui grava la responsabilità di aumentare il livello di sicurezza nei confronti dei magistrati.
La sicurezza dei magistrati antimafia è di fatto una priorità che non può essere disattesa.
Ne va del futuro del nostro Paese.
In virtù della Sua autorità ci rivolgiamo a Lei dott. Messineo affinché possa inoltrare formale richiesta agli organi competenti, per fare in modo che si adoperino nel minor tempo e nel miglior modo possibile.

In fede

Giorgio Bongiovanni Direttore Responsabile ANTIMAFIADuemila e tutta la Redazione

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Don Franco Monterubbianesi - Fondatore della Comunità di Capodarco

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Luca Tescaroli 


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giornalista Giornale Radio Rai

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