Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

nicaso gratteri pettinari milano

Nicola Gratteri sulla legge bavaglio: “Un vero mistero il silenzio di giornali e televisioni

Mentre la politica era impegnata nei Talk show durante il periodo di lockdown causato dalla pandemia da Covid-19, la gente aveva bisogno di aiuto ma nessuno si è preoccupato di loro”. Queste le parole pronunciate dal Procuratore della Repubblica di CatanzaroNicola Gratteri durante l’incontro: “Le nuove sfide dell’Antimafia: l’usura del post Covid”. Organizzato dal consigliere della Regione LombardiaLuigi Piccirillo e moderato dal Caporedattore di ANTIMAFIADuemila Aaron Pettinari, con la partecipazione straordinaria dello scrittore, docente, nonché profondo conoscitore del fenomeno mafioso con particolare riferimento alla ‘Ndrangheta, Antonio Nicaso, insieme al Presidente della commissione antimafia della Regione LombardiaMonica Forte, l’incontro che si è svolto martedì a Milano ha restituito attenzione ad una tematica spesso bistrattata da una politica più attenta ai riflettori che ai problemi del Paese.
Ci sono diversi aspetti da evidenziare - ha ribadito Gratteri -. Innanzitutto, in Italia si vive di lavoro nero e durante la pandemia, soprattutto nelle aree ad alta intensità criminale, ci ha pensato la mafia ad intervenire creando un sistema clientelare anche in termini politici.” - prosegue - “Le mafie ed in particolar modo la 'Ndrangheta, hanno generato profitti enormi attraverso la vendita di cocaina all’ingrosso, anche qui a Milano, riciclando il denaro in attività commerciali la cui gestione viene lasciata al titolare per conto del mafioso; si tratta di una realtà ancora difficile da dimostrare”.
Ad aggravare una situazione già difficile, i cui effetti cadranno sicuramente nel medio e lungo periodo sulle nuove generazioni, anche la guerra, le cui conseguenze, per il momento, vertono principalmente sul piano economico.
Con la guerra tutto è aumentato del 100% - ha sottolineato Gratteri -, e senza alcun motivo. I magazzini e i silos erano pieni, anche il prezzo del carburante è aumentato in modo esponenziale nonostante le cisterne piene ma nessuno ha controllato; presto saremo tutti più poveri e questa è un’altra grande opportunità per le mafie”.


gratteri milano


Oltre alle conseguenze di natura economica, in riferimento alle organizzazioni di stampo mafioso e terroristico, si realizzano anche quelle relative alla sicurezza su scala internazionale.
Non voglio entrare nel merito se sia giusto o meno inviare armi in Ucraina - ha ribadito Gratteri -, ma in passato sono stato in Bosnia perché la 'Ndrangheta praticava affari da quelle parti, per questo motivo vorrei fare una considerazione. Durante la guerra civile in Bosnia ogni famiglia si è conservata un arsenale e, dal momento che ancora oggi molte pensano che la guerra tornerà, ognuna di queste ha messo da parte almeno 4-5 bazooka e altrettanti kalashnikov in casa o nelle immediate vicinanze. Se questo sarà fatto anche in Ucraina, cosa facciamo?”.
Le parole di Gratteri, difatti, ricordano quelle pronunciate pochi mesi fa dal capo dell’Interpol Jürgen Stock sulla “possibilità che parte delle armi inviate in Ucraina dopo l'invasione della Russia, finiranno anche nell'economia nascosta e nelle mani dei criminali”.
Una possibilità tutt'altro che remota se consideriamo il livello qualitativo di queste armi che, oltretutto, potrebbero essere oggetto di forte interesse anche sul dark web. Già in passato, in Afghanistan, un intero arsenale made in USA sarebbe finito tragicamente nelle mani dei talebani, tra cui: aerei, droni, jeep, velivoli di ricognizione e diversi Black Hawk.
Sono state consegnate armi pesanti e nessuno ha pensato di tracciarle con GPS - ha fatto notare Nicola Gratteri -, parte di queste armi potrebbero sparire ed essere vendute sul mercato nero. I governi che hanno consiglieri militari, dovrebbero considerare anche queste dinamiche”.


nicaso pettinari


La politica è “distratta”, la mafia ringrazia
Dell’incapacità politica come valore aggiunto agli affari delle compagini mafiose, ne parla anche il giornalista e scrittore Antonio Nicaso: “Oggi i soldi della droga sono perfettamente integrati - ha osservato Nicaso -; entrano con semplicità estrema nell’economia legale e, se a questo aggiungiamo anche le criptovalute e le banche che nascono per morire pochissimi giorni dopo, siamo molto indietro. Per questo motivo dovremmo indignarci quando nessun partito mette in agenda la lotta alla mafia.” - prosegue - “Sulla base di questo dovremmo chiederci: perché il terrorismo è stato sconfitto e la mafia no? Forse, è utile a qualcuno?”.
Tra gli applausi del pubblico presente, le parole di Nicaso trovano conferma nell’evoluzione affaristica, oltretutto, ben rappresentata già in passato nei rapporti siglati dalla DIA che descrive la 'Ndrangheta come “un'organizzazione silente e molto attiva sul fronte imprenditoriale. Leader di grandi traffici internazionali di droga, quindi, in costante ascesa per ricchezza e 'prestigio'".
Un prestigio, quello della 'Ndrangheta, che fa da contraltare all’inettitudine politica, soprattutto quando emergono proficue relazioni tra le ‘ndrine e le organizzazioni criminali estere, in particolare - ha ribadito Nicaso -, con broker albanesi particolarmente attivi in paesi come la Colombia.
L’ultima intuizione di numerosi cartelli della droga come quelli messicani si basa sulle droghe sintetiche - ha evidenziato Antonio Nicaso -. Si tratta di una direzione intrapresa anche in Europa.” - prosegue - “Stanno provando ad incentivare la dipendenza in chi fa uso di queste droghe attraverso prezzi molto più accessibili, una strategia che sta riscontrando grande successo. Per aumentare la vendita di droghe sintetiche - ha proseguito Nicaso -, creano nuove molecole, sempre diverse, nel tentativo ben congeniato di rimanere costantemente fuori dalle liste delle sostanze illegali, pertanto, non perseguibili”.


nicaso milano


Dal tritolo di ieri all’ignoranza di oggi
Monica Forte
, Presidente della commissione antimafia della Regione Lombardia, ha descritto il rapporto tra politica e antimafia come il  risultato di un “tema scomodo”. Una difficoltà, secondo Forte, capace di addentrarsi anche nella fucina culturale del nostro Paese.  “Nelle scuole non si studia la mafia, neanche all’università - ha sottolineato Monica Forte -, purtroppo, non si prova nemmeno ad approfondire il fenomeno. Di questo bisogna parlarne senza vergognarsi”.
Gli effetti tragici dell’usura descritti dal Presidente della Commissione Antimafia lombarda, raccontano un territorio pervaso dalla criminalità e dall’usura che, in Lombardia, vive in “maniera sommersa”. Nonostante gli sforzi in seno all’antimafia - ha ribadito Forte -, continua a prevalere la dinamica relativa all’usura all’interno dell’imprenditoria territoriale, fagocitando per questo numerose attività utili anche al riciclaggio di denaro “sporco”.
A peggiorare la situazione - ha precisato Monica Forte -, le conseguenze che “investono l’imprenditore alle prese con un circolo vizioso che, inevitabilmente, trasforma la denuncia in una soluzione sempre più complessa; resa tale anche dalla vergogna che inevitabilmente si prova in situazioni come queste”.
Nonostante gli sforzi profusi da magistrati e da una piccola parte della classe dirigente, come se non bastasse, a “sabotare” la concezione di una giustizia funzionale e favorevole ai cittadini - ha rilevato Nicola Gratteri -, l’esistenza di una “legge bavaglio” che, anche sul tema dell’informazione sta provocando danni enormi e senza precedenti.
In un Paese democratico ed europeo la gente ha il diritto di essere informata su quello che accade sul proprio territorio - ha rimarcato Gratteri -. L’Europa non ha assolutamente chiesto la ‘legge bavaglio’.” - prosegue - “L’Europa non ha chiesto di ‘ghigliottinare’ i processi, semmai ha chiesto di velocizzarli e non di annientarli con l’improcedibilità creata da una legge votata da tutti, nessuno escluso”.
Infine, Gratteri, ha evidenziato il mistero che accompagna la “legge bavaglio” voluta da Cartabia come garante del principio per la presunzione d’innocenza, i cui effetti, sono stati completamente ignorati dai media.
Le grandi testate giornalistiche, le televisioni, non hanno spiegato per quale motivo non hanno protestato insieme al sindacato dei giornalisti. Non hanno indetto nemmeno un giorno di sciopero per una cosa così grave - ha fatto notare Nicola Gratteri -. Molto strano che non ci sia stata nessuna reazione davanti all’impossibilità di poter informare i cittadini. Si tratta di una riforma che va bene a tutte le televisioni. Un vero mistero”.

ARTICOLI CORRELATI

Relazione della Dia: 'Ndrangheta presente in America Latina a fianco dei narcos

Le massomafie e l'evoluzione della 'Ndrangheta secondo Giuseppe Lombardo

Gratteri sugli effetti della Legge bavaglio: ''Mafie useranno il silenzio per crescere''

Giornalisti lanciano l'allarme sulla legge 'bavaglio' voluta da Cartabia

Interpol: le armi inviate in Ucraina a disposizione della criminalità grazie al mercato nero

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos