Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Trovato identikit raffigurante il volto di una giovane donna

"Abbiamo acquisito prove documentali e testimoniali, gravi, precise e concordanti, sulla presenza di altri esecutori della strage dei Georgofili oltre quelli individuati dalle sentenze del Tribunale di Firenze. Credo che per la prima volta abbiamo raggiunto la prova che un gruppo stragista mafioso abbia avuto il supporto e la collaborazione di altri'". Così, il senatore Mario Michele Giarrusso, membro della commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie guidata da Nicola Morra, ha commentato l'approvazione, all'unanimità, della relazione del comitato che ha indagato sulle stragi e la trattativa Stato-mafia.

"Tra i testimoni - ha spiegato Gianrusso - il portiere dello stabile di via dei Bardi, nel centro di Firenze, che poco prima dello scoppio della bomba, posizionata dentro il Fiorino parcheggiato in via dei Georgofili nel maggio del 1993 vide due persone e una donna dalla capigliatura mora che discutevano davanti al suo portone".

La notizia dell'approvazione della relazione è stata riportata oggi dal 'Fatto Quotidiano' in un articolo a firma di Stefania Limiti.

La fase istruttoria è stata condotta dal II Comitato della Commissione Antimafia, lavoro al quale si è molto dedicato il senatore Piero Grasso. Il Comitato (presieduto da Mario Giarrusso) è andato a riascoltare i mafiosi Gaspare Spatuzza, Vincenzo Ferro, Giuseppe Ferro, Cosimo Lo Nigro, tutti certamente implicati nell’attentato, e poi il sostituto commissario della polizia di Stato Carlo Benelli, un abile e fedele funzionario dello Stato, l’avvocato Danilo Ammannato, storico legale delle vittime, e l’esperto di esplosivi Gianni Giulio Vadalà, già perito del Pm di Firenze.

Nel documento si rafforza l'ipotesi che Cosa Nostra non abbia agito da sola nell'esecuzione della strage di Firenze, nello specifico Palazzo San Macuto ha riesumato un identikit, realizzato dalla Polizia, raffigurante il volto di una giovane donna con i capelli a caschetto, vista quella notte in via dei Bardi da Vincenzo Barreca, il portiere del condominio che sorge proprio di fronte al luogo cruciale dell’attentato: nella notte della strage, poco prima della mezzanotte, aveva sentito una discussione “abbastanza animata” tra due uomini sul marciapiede proprio di fronte le sue finestre. Poi aveva visto arrivare un’auto di colore grigio metallizzato, il numero di targa iniziava con le lettere RO, che si ferma all’altezza dei due: “forse Mercedes” dal “musetto basso” ed una mascherina con supporti verticali. Barreca a questo punto aveva visto scendere dall’auto una giovane donna con capelli neri, corti e lisci e “vestita come una hostess”.

L'identikit era stato rinvenuto in un archivio dei carabinieri di Firenze e poi pubblicato, nel 2020, su 'La Repubblica' dopo essere stato mostrato in Commissione antimafia, durante l'audizione del magistrato Gianfranco Donadio, procuratore di Lagonegro, ex aggiunto della Dna ai tempi di Piero Grasso e al tempo consulente del gruppo che si occupa di stragi e trattativa Stato-mafia.

Nel cuore della città di Firenze - aveva raccontato Donadio in Commissione antimafia - in via Bardi, in un arco temporale tra le 23 e 24, accade che un testimone sente un vociare. Vi è qualcosa ad attirare la sua attenzione. Quindi attorno le 23.50 osserva la presenza di due giovani in una conversazione animata mentre cercano di recuperare una busta all’interno dell'infisso della porta (ad un certo numero civico, ndr)”.


giarrusso michele ima 1116119

Il senatore di Italexit per l'Italia, Mario Michele Giarrusso © Imagoeconomica


Il racconto di Vincenzo Barreca era proseguito con la descrizione di un "Mercedes di coloro scuro, da cui esce una donna, un’altra automobile di colore scuro, e l’arrivo di un Fiorino Fiat bianco”.

Caso vuole, come ricordato dallo stesso Donadio, che in via dei Georgofili era esploso proprio un Fiorino, “uno dei 734 che circolavano in quel periodo in Toscana. Nessuno era in centro a Firenze”. Ma il vero elemento di interesse, secondo il magistrato, era stata la presenza femminile tenuto conto che "nessuna donna ha fatto mai parte di un gruppo di fuoco mafioso”.

La donna, ha raccontato il portiere agli inquirenti, era arrivata “alle ore 24.10, sono sicuro dell’ora perché portavo l’orologio”. “È arrivata una macchina grigia metallizzata, di grosse dimensioni, con 4 fari, 4 sportelli, che poi ho riconosciuto per una Mercedes, seguita da un veicolo furgonato di colore bianco. La Mercedes si è fermata davanti al portone dove si trovavano i due descritti sopra e ne è scesa, dal posto del passeggero, una donna, di aspetto giovanile, dall’apparente età di 25/30 anni, alta circa m. 1.70, indossante un vestito blu con gonna e giacchetta che mi ha ricordato quelli in uso alle hostess e scarpe con i tacchi, mora con capelli corti, un po’ tirati indietro, con viso piccolo, molto carina. Preciso che l’altezza deve essere sicuramente riferita al fatto che la stessa recava scarpe con tacchi alti. La stessa si è soffermata a parlare con i due uomini […] la donna, imprecando, arrabbiata, e proferendo la seguente frase: 'Porca M...(bestemmia ndr), forza, forza, sbrighiamoci, dai, dai, dai!!', ha aperto lo sportello posteriore della Mercedes e i due uomini hanno sollevato la borsa, uno da una parte e imo dall’altra, mettendola sul sedile posteriore. Ho notato che la borsa, per la forma che ha assunto nell’atto di sollevarla, doveva pesare parecchio. La donna è risalita sulla Mercedes che è partita in direzione via Guicciardini”.

Il trasporto del tritolo
La versione ufficiale, consacrata nei processi, dice che il 27 maggio, a mezzanotte, Cosimo Lo Nigro e Giuliano, alla guida di un Fiorino rubato e di una Fiat Uno, erano andati in via dei Georgofili. Tuttavia - si legge sul 'Fatto' "la nuova ricostruzione stabilisce (sulla base di testimonianze) che alla guida del Fiorino non c’era Lo Nigro ma un tipo molto più alto e che Vincenzo Ferro, il mafioso che non si è mai fatto un giorno di carcere, non disse il vero quando aveva sostenuto che verso la mezzanotte del 26 il Fiorino venne portato fuori dalla base operativa di Prato per la destinazione finale: erano inequivocabilmente le 22,30 all’incirca, l’ora in cui era terminata la finale della 38ª edizione della Coppa dei Campioni tra Olympique Marsiglia e Milan giocata all’Olympiastadion di Monaco di Baviera, visto che quando il Fiorino lasciò la base operativa Ferro stava comodamente gustando gli ultimi minimi di quella partita".
Tale circostanza permette di affermare che l’auto piena di tritolo mafioso era arrivata in via Bardi in un orario coincidente con quella della scenetta vista dal portiere.

Testimonianze non valorizzate
"Perché quel testimone (Vincenzo Barreca, ndr) non fu ascoltato dai magistrati? - si è chiesta l'Antimafia - perché quelle indagini così importanti dei carabinieri non furono valorizzate dalla magistratura?". Giarrusso aveva convocato l'ormai ex portiere, che ha raccontato: "All'interno del portone, per terra, c'era anche una cartina di Firenze con due punti cerchiati in rosso". "Mi affacciai a una finestra, vidi i giovani che consegnavano una borsa a un uomo sceso dal Fiorino". Anche nella strage di Milano, il 27 luglio 1993, un testimone aveva segnalato una donna. E una fonte aveva comunicato al Sisde: "È soprannominata Cipollina per la pettinatura a caschetto". Come quella del fotofit.

Fonte: ilfattoquotidiano.it

ARTICOLI CORRELATI

Strage Georgofili, Tescaroli: indaghiamo su convergenza interessi entità esterne alla mafia

Strage dei Georgofili, la pretesa di andare oltre i brandelli di verità

Strage Georgofili, ecco l'identikit della donna vista il 27 maggio

Stragi, Donadio: ''Sull'attentato di Firenze c'è un testimone mai sentito nei processi''

Strage dei Georgofili, in Commissione antimafia l'analisi sugli esplosivi

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos