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Da Berlusconi a Renzi, da Salvini a Palamara, le “rose” parlamentari sono ricche di indagati, imputati e pregiudicati

La politica italiana ancora una volta non si smentisce e alla vigilia del 25 settembre dà il meglio di sé. È di questi giorni, infatti, la notizia secondo cui il presidente della Lazio, Claudio Lotito, avrebbe offerto il difensore Francesco Acerbi al Monza di Silvio Berlusconi, oltre che per questioni di calciomercato, anche per avvicinarsi a lui e poterlo incontrare. L’intento? Avanzare al Cavaliere la sua volontà di candidarsi con Forza Italia alle prossime elezioni (in alternativa la Lega di Matteo Salvini o l’Udc di Lorenzo Cesa). Si è parlato di due trattative - una sportiva e una politica - la prima da tre milioni di euro (Acerbi) e la seconda per un posto al Senato, entrambe andate in fumo. A dirla tutta, però, non sono le “trame calcistiche” a destare sospetti, bensì il “campo” nella quale la politica sta giocando questa ennesima partita di Palazzo: le elezioni 2022. Nel derby parlamentare, infatti, sia centrodestra che centrosinistra hanno schierato le loro formazioni e tra “prime punte”, “registi” e “panchine” si intravedono già alcuni impresentabili. Ed è incredibile come in Italia ancora oggi l’affaire politico e quello calcistico spesso concilino. Sarà perché con il calcio si fa “politica”? O forse perché è nella politica che si giocano "scudetto" e un posto nelle "coppe" (Consiglio dei Ministri, Camera e Senato)? A chi legge la risposta. Per ora, queste, sono solo coincidenze.


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L'ex premier, Silvio Berlusconi © Imagoeconomica


Berlusconi: da Cavaliere a Capitano… degli impresentabili!
Capofila degli impresentabili del centrodestra c’è Silvio Berlusconi che nelle scorse ore è entrato in campo con un “tackle”, come si dice in gergo calcistico, annoverando a Radio Capital il suo sogno del presidenzialismo: una riforma che renderebbe “necessarie le dimissioni del presidente Sergio Mattarella per andare a elezione diretta del nuovo presidente, che guarda caso potrebbe essere ancora lui”. Apriti cielo. Inutili i dietrofront e suoi tentativi di smarcarsi. La tifoseria fischia (anche la sua) e l’arbitro concede il fallo. Una mossa che vale come un autogol perché ha minato il suo sogno di avere un posto al Senato per smacchiare l’onta del 2013 quando venne fatto decadere dopo la condanna a 4 anni per frode fiscale per aver derubato le casse dello Stato e dei cittadini italiani. Ma Berlusconi, la fascia da impresentabile la indossa anche per molto altro. Parliamo del garante per decenni della corruzione in Parlamento, che ha comprato senatori, pagandoli fior di milioni, per ribaltare sconfitte elettorali e addirittura causare la caduta di governi in carica (come governo Prodi, del 2008). Il suo gruppo, con soldi suoi, ha corrotto politici, giudici, ufficiali della Guardia di Finanza e testimoni. È un sostenitore della prostituzione, anche minorile e dell’emblema del maschilismo e del sessismo più maleducato e volgare. Berlusconi, inoltre, per 20 anni ha finanziato la mafia come sancisce una sentenza definitiva della Corte di Cassazione. Il suo storico braccio destro, nonché co-fondatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, è stato addirittura condannato in via definitiva a 7 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa e per essere stato l’intermediario di quell’accordo stipulato tra Forza Italia e le famiglie mafiose palermitane operante tra il 1974 e il 1992. Entrambi sono indagati dalla procura di Firenze come mandanti esterni delle stragi del 1993. Parliamo di un soggetto, infine, che nel 2017 dichiarò che “Mussolini forse proprio un dittatore non lo era” e poi in un'altra occasione disse che lo stesso “fece anche cose buone”. Parole sconcertanti: un oltraggio di fronte alla morte di milioni di italiani, alle sofferenze di madri, padri e figli e alla distruzione di intere famiglie in uno dei periodi più bui della storia italiana. Tutti fatti che in un Paese civile costringerebbero chi li commette ad appendere le scarpe al chiodo e lasciare il “campo”, perché la politica - come lo sport - è una cosa seria.

Centrodestra, da Schifani a Palamara: nomi non promettenti
Oltre a Berlusconi nella lista di centrodestra ci sono tanti altri impresentabili. Tra le fila di Forza Italia, almeno fino a ieri, vi era Renato Schifani che, nonostante sia alla sbarra a Caltanissetta nel processo sul sistema Montante, cercava un posto al Senato per poi (notizia di oggi) rinunciarci grazie al via libera ottenuto alla candidatura per la presidenza della Regione Sicilia. Oppure Roberto Cota, condannato in Appello a un anno e sette mesi per le spese pazze in Piemonte o Mario Occhiuto, ex sindaco di Cosenza (e fratello dell’attuale presidente della regione Calabria) a processo per bancarotta fraudolenta. Per non parlare di Mariarosaria Rossi, ex fedelissima del Cavaliere, che si trova a processo per falsa testimonianza nell’ambito del Ruby ter. Tra le fiamme di Fratelli d’Italia, invece, ci sarebbe anche Salvo Pogliese già sindaco di Catania sospeso dall’incarico per la condanna per peculato a 4 anni e 3 mesi. E anche l’ex capo dell’Anm Luca Palamara, radiato della magistratura e a processo a Perugia per corruzione. Tra i registi della mala magistratura delle correnti che negli ultimi anni ha screditato il terzo potere dello Stato. Nella rosa del Carroccio, invece, si leggono i nomi del senatore Massimiliano Romeo, condannato in Appello a 1 anno e 8 mesi per peculato per le spese pazze in Lombardia, e Antonio Angelucci, condannato ad un anno e 4 mesi di reclusione per falso e tentata truffa. Per non parlare del leader della Lega Matteo Salvini, attualmente sotto processo a Palermo per il “Caso Open Arms” con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. A carico di Domenico Furgiuele, invece, coordinatore della campagna elettorale in Calabria del Carroccio pende una richiesta di rinvio a giudizio per turbativa d’asta. Suo suocero è stato condannato per estorsione e considerato dalla Procura di Catanzaro “imprenditore di riferimento dei clan”. Insomma, non proprio un’ottima rosa quella del centrodestra, ma d’altronde, come suggerisce il proverbio, “il pesce puzza dalla testa”.


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Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi © Imagoeconomica


Centro e Sinistra: la situazione non cambia
Situazione analoga sul fronte di centro e di sinistra. Nella lista di Italia Viva si leggono i nomi di Matteo Renzi - regista del “Rinascimento saudita” che mette “fuorigioco” i diritti umani -, imputato a Firenze per finanziamento illecito nel caso della fondazione Open, Maria Elena Boschi (anche lei a processo col leader di Iv con la stessa accusa) e Francesco Bonifazi, imputato per finanziamento illecito. A “sinistra”, invece, troviamo Luca Lotti che con il PD vorrebbe una candidatura: coinvolto anche lui nell’inchiesta sulla fondazione Open (deve rispondere del reato di corruzione). E ancora troviamo Piero De Luca a giudizio per bancarotta fraudolenta; Piero Fassino, imputato con l’accusa di turbativa d’asta; Chiara Appendino, imputata per la tragedia di Piazza San Carlo (Torino) del maggio 2017 in cui morirono 3 persone nella calca davanti ai maxi-schermi per la finale di Champions League.
Anche il neonato polo Renzi-Calenda ha al suo interno nomi impresentabili (oltre al già citato Renzi). Potrebbe essere ricandidata anche Pina Occhionero, deputata uscente attualmente a processo per falso con l’accusa di aver mentito sul rapporto professionale con il suo ex collaboratore Antonello Nicosia (poi condannato a 16 anni per mafia).

Gaber aveva ragione: cos’è la destra, cos’è la sinistra?
Davanti a questi nomi - di destra, di centro e di sinistra -, davanti alle condanne, alle imputazioni, ai processi in corso, davanti alla responsabilità politica di chi amministra la “cosa pubblica”, vengono in mente le parole profetiche di Giorgio Gaber cantava:

“L’ideologia, l'ideologia
Malgrado tutto credo ancora che ci sia
È il continuare ad affermare
Un pensiero e il suo perché
Con la scusa di un contrasto che non c'è
Se c'è chissà dov'è, se c'è chissà dov’è
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
Ma io dico che la colpa è nostra
È evidente che la gente è poco seria
Quando parla di sinistra o destra
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra”.

Era il 1994, ma questa canzone appartiene più al presente e ancor di più al nostro futuro piuttosto che al nostro passato.

Foto di copertina © Imagoeconomica

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