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di Aaron Pettinari

Basta una corona di fiori deposta al monumento di piazza XIII Vittime dedicato ai martiri per mano mafiosa, per "chiudere definitivamente un capitolo" e "dimostrare indiscutibilmente l'attenzione civile e l'impegno per la legalità in questo nuovo governo della città"?
Per il neoeletto sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, sì. Per i giovani, stanchi delle ipocrite passerelle, degli inciuci, dei compromessi, della mafia e della mafiosità, assolutamente no.
Con uno striscione in mano i ragazzi del movimento artistico e culturale Our Voice hanno atteso il primo cittadino nel lato della piazza dove, tra l'altro vi è il "Giardino Libertà di stampa".
Un diritto, quello di informare ed essere informati, che spesso si dimentica essere proprio di tutti i cittadini.
"Sindaco Lagalla,- era scritto - prima di commemorare le vittime di mafia si distacchi dagli uomini condannati per fatti di mafia".


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Chiaro il riferimento a Marcello Dell'Utri e Totò Cuffaro, i due condannati per mafia (il primo per concorso esterno in associazione mafiosa, il secondo per favoreggiamento) che si sono spesi in primissima persona per appoggiare la candidatura a sindaco per il centrodestra dell'ex magnifico rettore.
Entrambi hanno gioito per la vittoria raggiunta.
Salvatore Cuffaro eleggendo tre consiglieri comunali con la sua “nuova” Democrazia cristiana. L'ex senatore con il suo solito modo, lanciando messaggi al suo mondo ("Ho illuminato alcune menti offuscate") rivendicando con orgoglio il trionfo della propria linea, contraria a quella del suo ex delfino, Gianfranco Miccichè.


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"Non ha preso mai le distanze da questi personaggi - ha spiegato alla stampa Jamil El Sadi, portavoce del movimento Our Voice, prima dell'arrivo del Sindaco - Non è possibile che personaggi come Cuffaro e Dell'Utri, condannati per mafia, gestiscano nei fatti la politica e il potere in Sicilia. Dell'Utri è stato mandato da Berlusconi in persona. Non possiamo legittimarli. Denunciamo una classe dirigente clientelare. La questione morale è una questione politica. Ai fini giuridici Cuffaro e Dell'Utri hanno scontato le loro pene. Sono stati condannati in via definitiva per reati di mafia". E poi ancora: "A poche ore dal voto - prosegue - ci sono stati degli arresti per scambi elettorali di tipo politico mafioso. Uno dei coinvolti ha preso oltre 117 voti. Chiediamo un distacco rispetto a certi mondi, perché il distacco è arrivato troppo tardi. È troppo facile godere del loro sostegno e, a due giorni dal voto, dire in modo molto tiepido che quei voti non ci sarebbero stati".
Niente da fare. In nome del garantismo la politica trova sempre il modo per non fare i conti con etica e morale.





"E' un atto doveroso che spero serva anche a chiudere definitivamente un capitolo che ha avvelenato dolorosamente la campagna elettorale - ha detto Lagalla ai giornalisti - Ora è il tempo di fare i fatti e dimostrare indiscutibilmente l'attenzione civile e l'impegno per la legalità in questo nuovo governo della città". E a chi gli ha chiesto cosa pensasse degli striscioni di contestazione ha ribattuto: "In democrazia l'espressione civile delle opinioni è assolutamente normale e rispetto il parere di tutti. Starà a noi dimostrare, come non c'è bisogno di dimostrare, perché è già tutta evidenza che per noi sul piano della legalità e della lotta alla mafia non si arretra di un passo".
Quindi ha annunciato che si metterà al lavoro già questo pomeriggio per la nuova Giunta ("Sto pensando ad una riformulazione più omogenea delle deleghe. Mi incontrerò con i partiti affinché possano darmi delle rose di candidature").


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Ed ovviamente, tra i partiti ci sono anche la Nuova Dc di Totò Cuffaro e quella Forza Italia fondata da un uomo che, come già accertato dalla corte di Cassazione che lo ha condannato per concorso esterno, è stato il trait d’union tra l’imprenditore Silvio Berlusconi e le cosche siciliane alle quali arrivavano grosse somme di denaro.
Conclusa la cerimonia c'è stato il tempo per un ultimo atto con i giovani che hanno invitato il Sindaco ad avvicinare per un confronto: "Sindaco, venga a parlare con i giovani di Palermo, risponda anche ai giovani di Palermo". "Parlatemi quando volete" è stata la risposta. Peccato che poi è salito in auto per schizzare via verso Palazzo delle Aquile.


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Foto © Deb Photo

Video © ACFB

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