Secondo il magistrato, l’attuale riforma non eliminerà il potere delle correnti al Csm ma le rafforzerà
“Una pagina molto triste per la giustizia in questo Paese. I cittadini devono seriamente preoccuparsi". E’ amareggiato il magistrato antimafia e consigliere togato del Csm Nino Di Matteo. Questa mattina, con 173 sì, 37 no e 16 astenuti, è stato approvato dal Senato il Ddl con deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Csm. Secondo il magistrato palermitano, che da mesi, insieme ad alcuni colleghi, ha osservato, in più sedi, le criticità e le illogicità presenti nel Ddl, “la riforma Cartabia consegna, ancor di più, la giustizia a quei potentati, interni ed esterni alla magistratura, che vogliono limitare l'autonomia e l'indipendenza dell'ordine giudiziario”. Diversamente da quanto viene detto riguardo al potere delle correnti al Csm, secondo Di Matteo, l’attuale riforma approvata “non le eliminerà”, “anzi le rafforzerà” e “consentirà alla politica di influenzare e controllare l'attività delle Procure”, ha sottolineato il magistrato. Inoltre, ha aggiunto, “incoraggerà un approccio burocratico e formalista all'esercizio delle funzioni giudiziarie penalizzando i magistrati più liberi e coraggiosi. Il magistrato sarà un cittadino con meno diritti degli altri: non potrà, di fatto, esercitare il diritto costituzionalmente garantito di accedere a cariche elettive. Il contesto della riforma - ha concluso Di Matteo - penalizzerà i cittadini e metterà a rischio il principio di uguaglianza di tutti davanti alla legge".
Foto © Paolo Bassani
ARTICOLI CORRELATI
Referendum, Di Matteo: ''Si voleva punire la magistratura, italiani l'hanno capito''
Riforma Csm: illecito disciplinare per i magistrati che parlano con la stampa
Riforma del Csm e ordinamento giudiziario: allarme di Di Matteo e Ardita al Senato
Il Csm, acritico e silente, approva il parere sulla legge bavaglio
La politica e quell'idea di imbavagliare i pm col decreto sulla presunzione di innocenza