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Zelensky diffidente: “Con i russi trattative difficili”. Terminato a Roma il vertice tra Sullivan e Jiechi

Seppur a ritmi poco spediti, proseguono, dopo 19 giorni di conflitto i negoziati tra Russia e Ucraina. Mosca ha promesso di rispettare rigorosamente la tregua temporanea ma ha tenuto a sottolineare che “dal territorio dell'Ucraina non deve arrivare nessuna minaccia per la Russia”, come ha riferito il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov. Il ministro ha detto che bisogna "assicurarsi che nessuna minaccia provenga dal territorio dell'Ucraina per la Federazione russa, per le persone che vogliono proteggere la lingua russa, la cultura russa e le tradizioni russe, comprese le tradizioni della Chiesa ortodossa russa, e per le persone che vogliono vivere nel Paese senza subire alcuna discriminazione, in particolare quella associata alle manifestazioni neonaziste". Da canto suo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha definito "difficili" i negoziati tra le delegazioni russa e ucraina. In un videomessaggio, rilanciato dalle agenzie russe, Zelensky ha affermato che gli ucraini "devono resistere" per raggiungere la pace, con garanzie di sicurezza per il Paese.

"Sono trattative difficili. La video riunione delle delegazioni è iniziata oggi, si continua. Tutti aspettano notizie in serata, vi aggiorneremo". I negoziati tra le delegazioni di Russia e Ucraina si stanno svolgendo oggi in formato online. Secondo Mikhail Podolyak, consigliere dell'ufficio di Zelensky, le parti si sono presentate con posizioni chiarite. Sempre riguardo al contesto diplomatico, si sono conclusi i colloqui a Roma tra il consigliere per la Sicurezza nazionale americano, Jake Sullivan, e il direttore della Commissione Affari Esteri cinese Yang Jiechi.


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I due alti esponenti si sono visti per tutta la giornata all'hotel Hilton Cavalieri parlando di Ucraina, anche alla luce delle voci secondo cui Mosca ha chiesto aiuto militare a Pechino, suscitando le preoccupazioni di Washington. Una circostanza che Pechino ha subito smentito: Liu Pengyu, il portavoce dell'ambasciata cinese a Washington, ha affermato di non essere a conoscenza di alcuna notizia che la Cina possa essere disposta ad aiutare la Russia per le attrezzature militari. "La Cina è profondamente preoccupata e addolorata per la situazione in Ucraina", ha detto Liu. "Speriamo sinceramente che la situazione si allenti e la pace torni presto". Sul fronte diplomatico si muove anche Israele con il premier Naftali Bennet che ha telefonato Vladimir Putin. La telefonata è durata oltre un'ora nel corso della quale Putin ha informato Bennett della posizione russa mentre il premier israeliano ha riferito dei suoi contatti con la leadership ucraina e di altri Paesi. I due leader hanno concordato di continuare a sentirsi, ha fatto sapere l'Interfax. Domani mattina, alle 8.30, è previsto a Palazzo Chigi l'incontro tra Sullivan e Luigi Mattiolo, il consigliere diplomatico del presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Nel frattempo l’Alto rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell, parlando alla conferenza stampa con il primo ministro della Macedonia del Nord, Dimitar Kovacevski, ha riferito che “dal 24 febbraio oltre 2.400 civili sono morti a Mariupol”, dove oggi è stato aperto il corridoio umanitario, e "in soli 17 giorni di guerra 2,6 milioni di ucraini sono già scappati dall'Ucraina" e questo "è il più grande movimento di persone dalla fine della Seconda guerra mondiale".

Foto © Imagoeconomica

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